Sottoscrivere un finanziamento per l’acquisto di una casa in Italia costa 9.000 euro in più rispetto al resto d’Europa. E se va bene. Perché il costo potrebbe anche lievitare fino a 17000 euro. E’quanto denuncia l’ANCE, l’associazione italiani dei costruttori edili, nel rapporto “Il credito nel settore delle costruzioni in Italia” sottolineando come questa sproporzione sia un ostacolo ulteriore alla ripresa dalla crisi del mercato immobiliare italiano. Un mutuo consiste fondamentalmente in un prestito, che il cliente chiede alla banca per una finalità specifica (ad esempio per l’acquisto di una casa o una ristrutturazione), e in un rimborso del prestito che avviene a rate, costituito da una quota di capitale ricevuto a prestito (quota capitale) e da interessi maturati (quota interessi). Le banche italiane rispetto a quelle europee fanno pagare. Per dimostrarlo l’Ance ha messo a confronto i tassi alle famiglie dati dalle Banche europee e ha ipotizzato un finanziamento di 150000 euro per la durata di 25 anni in Italia e nell’area euro. Il risultato è che lo stesso mutuo in Italia costa 9000 euro in più, se il mutuo è sottoscritto a settembre, se sottoscritto in un altro periodo, come agosto, il costo in più arriva a 17000 euro. Il differenziale dei tassi di interesse tra Europa e Italia è notevole: in Eurolandia a settembre i tassi medi sui mutui erano al 3,74%, in Italia la media era al 4,1%, con una differenza dello 0,36%.
Gli italiani sono anche costretti ad assumersi rischi ulteriori. “I tassi maggiormente richiesti dalle famiglie sono il fisso e il variabile con tetto che blocca gli aumenti. Le banche, accusa l’Ance, “continuano però a erogare più della metà dei mutui a tasso variabile“. E dato che “le aspettative sui tassi sono al rialzo, da tempo si esprimono dubbi su questo comportamento che mina la solidità del mercato”.
Se serviva una conferma sappiamo ancora di più che nella giungla del mercato bancario italiano è sempre più difficile trovare percorsi gestibili per una famiglia media. Oggi sembra ancora più improbabile vista la scarsità delle risorse e la difficoltà a trovare un rilancio complessivo al sistema Italia. Che ci pensi la politica? Non sembra possibile. Che ci pensi qualcuno altro? Non si sa bene chi. Intanto si naviga a vista nel guado in attesa, come nella tradizione, di qualche altro uomo della provvidenza.
Valerio Giuliano
Trovo semplicemente ridicolo che i palazzinari (ANCE), oggi si lamentino delle banche, dopo che per anni hanno condiviso con loro, affari ai danni degli acquirenti di alloggi. Non occorre essere economisti per comprendere che non é solo il mutuo che costa di più in Italia. Ad incidere sui prezzi degli alloggi vi é anche la speculazione dei costruttori, spesso in affari anche con gli amministratori locali, che incide pesantemente sul costo finale d’acquisto di un immobile. Oggi l’italiano medio, spremuto e vessato, quello con il certificato ISEE da gran riccone, non può più permettersi l’acquisto dell’abitazione ed é ovvio che gli immobili, frutto di una smodata cementificazione, proiettata ben oltre l’effettiva domanda di mercato, restano inventuti. Provassero a venderli o per meglio dire a cederli a quegli amministratori locali che li hanno favoriti con piani di intervento edilizio a doc.
Cristoforo
…guarda Valerio che quando scrivi saggiamente “provassero a cederli a quegli amministratori locali che li hanno favoriti con piani d’intervento” forse dimentichi che in un Comune dell’Hinterland era già pronto un bell’alloggio in edilizia convenzionata per la figlia di un ex Sindaco …. e che in quello stesso Comune (molto ricercato per le speculazioni selvagge) al costruttore firmatario di un contratto di appalto per l’edificazione di case popolari , (maggiorato dolosamente nelle cifre rispetto ai reali accordi e ai costi sostenuti e pattuiti tra il committente e il costruttore stesso allo scopo di far lievitare il calcolo del Prezzo di Cessione Alloggi delle Case ) è stato affidato il rifacimento del Municipio …..
Vado avanti ?
E che dire di un Assessore all’Urbanistica che ha inaugurato case edificate da alcune coop su suoli inquinati , finanziate da fondi pubblici e occupate da tre anni senza abitabilità dagli acquirenti che hanno chiesto la rescissione dei contratti d’acquisto in massa ?
Ma cos’altro si deve dimostrare ?
Ma l’Ance ha mai visto che vi sono costruttori che edificano in un Comune dell’Hinterland edifici popolari senza collaudo statico, praticando l’abusivismo edilizio piu’ spregiudicato?