GLI APPETITI INCONFESSABILI – PUBBLICO PRIVATO AL BOOM


Il partenariato pubblico-privato (Ppp) è al boom in Emilia Romagna per le attivita’ economica realizzate in regione nel 2010. Il dato emerge dall’indagine Siop Emilia Romagna che e’ stata presentata da Unioncamere e dal centro studi Cresme il 15 Febbraio in un seminario a Bologna. Lo scorso anno il Ppp ha riguardato 298 gare (81 quelle aggiudicate), per un valore di 1,3 miliardi di euro. Il contratto firmato per la realizzazione dell’autostrada Cispadana (1,1 mld di euro) è il più grande. Rispetto ad un media regionale italiana di 152 gare per il Ppp, nel 2010 l’Emilia Romagna si e’ collocata al secondo posto a livello nazionale, seconda solo alla Lombardia. A tirare il mercato sono le grandi opere autostradali e il settore fotovoltaico. Segue a ruota il sistema di progetto project financing (concessioni di costruzione e gestione su proposta del promotore) che tocca il 6% del mercato con 17 gare attivate lo scorso anno. Ma spesso in Italia si trasforma in un vero danno, tanto da rasentare il raggiro, per il soggetti pubblici. Nel 2010 il partenariato pubblico-privato ha rappresentato il 59% del valore dell’intero mercato delle opere pubbliche in gara e oltre il 36% del numero di opportunità di sviluppo territoriale. Per la distribuzione geografica, Parma e Modena, ma anche Bologna spiccano su tutti. I committenti principali sono i Comuni, le Province, le Ausl e i gestori della rete stradale.

Il rapporto tra pubblico e privato rimane però connotato da un’ambiguità di fondo soprattutto nella nostra realtà così ingessata, caratterizzata da intrecci continui tra politica e imprenditoria.

L’imprenditore, quando si avvicina o collabora con il soggetto pubblico, lo fa comunque in vista del proprio interesse privato, non nell’interesse della collettività. Per la parte pubblica la costituzione di un rapporto con il privato può comportare rischi come la perdita di controllo, con la cessione di potere contrattuale. Per le Amministrazioni dotarsi di competenze necessarie e non condizionabili al confronto col mondo dei privati è il punto debole del sistema. La mancanza di dirigenti competenti e in grado di fare gli interessi del pubblico la nota dolente. Bando alle generalizzazioni. Ma i dirigenti delle amministrazioni emiliane sono così liberi dal potere politico da sovrastare gli interessi di imprenditori che spesso fanno il bello e  il cattivo tempo in determinati settori?

Il meccanismo appare  molto fragile. E c’è da dire che se i privati trovano questa strada come il modo più efficace per intrapendere rapporti fruttuosi spesso il settore pubblico sembra solo una facile preda per appetiti inconfessabili.

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