LA PIZZERIA “REGINA MARGHERITA” DI VIA SANTO STEFANO A BOLOGNA, SECONDO LA DIA DI NAPOLI, E’ CONTROLLATA DAL CLAN LO RUSSO


Il ristorante, in pieno centro a Bologna, sarebbe parte di un catena controllata dal clan camorristico Lo Russo. Questa mattina e’ stato sottoposto a sequestro preventivo perché finito in un megainchiesta nazionale anticamorra. La DIA di Napoli (Direzione investigativa antimafia) ha mostrato ancora una volta come prende forma in tutta Italia le diramazioni del riciclaggio del denaro sporco. E non sembra una grande scoperta visto che se ne vociferava da tempo. Ma è quasi sempre grazie alle procure meridionali che si arriva a colpire le presenza in questo territorio .L’inchiesta prende il nome di  “Megaride” ed è nata da un’indagine dell’Antimafia che ipotizza l’attività di riciclaggio e usura e il reinvestimento di capitali illeciti in catene di ristoranti, pub e bar collegati in questo caso al clan camorristico napoletano Lo Russo. Nell’operazione è finito sotto indagine per favoreggiamento anche il capo della Squadra mobile di Napoli, Vittorio Pisani. Secondo quanto è emerso dalle indagini avrebbe rivelato all’imprenditore Marco Iorio, notizie riservate sull’inchiesta in corso, consentendogli di sottrarre beni al sequestro e di depistare le indagini. Il titolare del fascicolo è il pm della Dda, Sergio Amato, con il coordinatore aggiunto Alessandro Pennasilico. Alle indagini hanno dato un significativo contributo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, Salvatore Lo Russo, ex capoclan dell’omonima organizzazione, attiva nel quartiere Miano, che ha riferito, tra le altre cose, degli stretti legami dai amicizia tra lui e il capo della squadra mobile. Altri locali sequestrati a Caserta, Genova e Torino. Tra i soci della catena c’e’ anche il calciatore Fabio Cannavaro. Le operazioni di sequestro sono state eseguite dagli uomini della Dia di Firenze, su mandato della Dia di Napoli. I gestori locali si dicono estranei. A Bologna regna lo sconcerto ma più perché qui nessuno vuole sapere. Il denaro in questo territorio non puzza mai e meno che altrove. I locali messi a sigillo dalla Dia sono in tutta Italia 17. Il capo della polizia Manganelli ha espresso fiducia e stima nei confronti di Pisani sperando in una sua estraneità ai fatti, così come ha espresso fiducia verso il lavoro della magistratura.

Un commento
  1. Giorgio Muccio

    30 giugno 2011 at 17:30

    In questi gg c’è un gran parlare di emergenza in merito alla giustizia. E’ previsto infatti nella manovra finanziaria il cd processo breve, ma allo stesso tempo non si ravvisa alcuna urgenza ovvero necessità che le procure del nord Italia, ormai vero centro d’affari delle mafie (se non altro per ripulire il denaro provento di attività illecite), siano dotate di una propria Direzioni Investigative Antimafia.
    … e poi dicono che l’Italia non è supina alle necessità del suo primo ministro.

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