Collusioni


Salve a tutti. Mi chiamo Antonio Amorosi. Alcuni mi conoscono perché ho ricoperto l’incarico di assessore alle politiche abitative del Comune di Bologna dal 2004 al 2006. Mi sono dimesso nel 2006 denunciando il sistema clientelare di assegnazioni politiche delle case popolari del Comune di Bologna fatte da assessori e consiglieri dal 1986 al 2004 come ha riconosciuto anche stessa la Procura della Repubblica di Bologna. Ma non sono qui per parlare di questo. Oggi nel 2010 sembra che con le dimissioni dell’ex Sindaco Delbono tutti hanno scoperto che a Bologna esiste la corruzione. Ma non è così. Sappiamo bene che c’era fin da prima… ma non la si è mai voluta vedere. E ora il PD dice che un caso isolato, lo scandalo Delbono, non è rappresentativo di un intero partito, di un intera classe dirigente. Ognuno adesso ha sua ricetta per salvare al città. Chi dice che è la partecipazione, chi le idee, tutti partono per la corsa per salvare Bologna. Si cerca il candidato più illustre o quello più limpido che possa riscattare la città. Ma prima di mettere la bandierina bisogna affrontare il problema che nessuno vuole tirare fuori. Continua cioè ad emergere quel meccanismo di affari che tiene insieme alcuni politici, un certo mondo imprenditoriale e le amministrazioni pubbliche mostrando che è possibile proliferare in questa città solo se si è parte di quel sistema chiuso.

In questi ultimi giorni, ad esempio, emerge sui giornali un filone di indagine sulla corruzione che coinvolge proprio Delbono e mostra politica, imprenditoria e Amministrazione collegate in un intreccio poco chiari: c’è Delbono, il politico che riceve favori, la Regione ER, l’Amministrazione che sistematicamente si dichiara ignara, Gianluca Muratori presidente della Holding edilizia Cipea, l’imprenditore che fa affari, e l’arbitro; l’arbitro è il funzionario che deve decidere, alla “fine della fiera”, a chi andranno gli appalti tramite l’accreditamento dell’agenzia regionale Intercenter che veniva controllata principalmente da Delbono. Il funzionario-arbitro guarda caso è anche un consulente della stessa Cipea, l’Holding edilizia che vince gli appalti. Secondo il funzionario-arbitro questa è una pratica consueta e legale! I casi di intrecci poco chiari tra politici, imprenditori e amministrazione stanno diventando tanti nell’arco di poco tempo.

Solo pochi mesi fa quattro funzionari di Hera sono stati accusati dai magistrati bolognesi di truccare le gare d’appalto per favorire alcuni imprenditori a cui aggiudicavano i lavori per lo smaltimento dei rifiuti. Non molto tempo prima c’è stato lo scandalo degli appalti truccati della società Doro Group del servizio a terra dell’aeroporto di Bologna, di cui il Comune è azionista, con 26 persone accusate di associazione a delinquere, truffa e corruzione. E poi l’intreccio tra società di consulenze, la società immobiliare Bulfranz di cui Delbono è in parte proprietario, l’amico di Delbono e funzionario in Bulgaria per la Regione Emilia Romagna, l’ex sindaco di Minerbio Aurelio Donati, e la Regione Emilia Romagna stessa. Ma queste vicende non intaccano solo gli interessi di quel mondo ma anche dei cittadini. Come?

Adesso vi racconto una storia. Un caso isolato come dicono gli esponenti del PD.

Bologna: Un comune cittadino che è anche un pluridecorato agente delle forze dell’ordine, Medaglia d’Oro al Merito di Servizio i cui riconoscimenti vanno da interventi contro la criminalità organizzata al salvataggio di sequestri di persona, nel 1998 acquista una casa di edilizia convenzionata a San Lazzaro iscrivendosi a una cooperativa di nome Edilcasa. La cooperativa è presieduta da un militare di nome Scarenzi. Le case sono edificate dal costruttore Raggi. La cooperativa Edilcasa che ottiene fondi pubblici dalla Regione E.R. per agevolare l’acquisto della prima casa a fasce di reddito basse chiede agli inquilini un anticipo di 60 milioni di lire. Poi si presenta una seconda volta e chiede un aumento di 20 milioni non giustificati. Pagati questi vengono consegnate le case, pagate in regime di prefinanziamento. Nell’estate del 2000, gli inquilini vi ottengono la residenza. Per passare però al mutuo devono rogitare ma viene comunicato loro dalla cooperativa che non possono farlo.

Restano in sospeso a tempo indeterminato con il massimo scoperto (circa duecento milioni di lire a testa) di cui devono pagare gli interessi.

Così si rivolgono agli uffici tecnici del Comune di San Lazzaro per chiedere spiegazioni. Poi scoprono che c’è una variante in corso d’opera sugli edifici; mentre loro già vi abitano il costruttore Raggi sta rendendo abitabile il sottotetto dei loro palazzi, ricavandone degli appartamenti in più e per questo motivo non possono rogitare! I tempi si dilatano. Gli interessi passivi aumentano così da danneggiare seriamente le famiglie più deboli che sono costrette a prestiti ulteriori e a far fatica a trovare istituti di credito per i mutui. Gli alloggi non hanno l’abitabilità né il collaudo statico. Così le famiglie denunciano l’accaduto alla Procura della Repubblica, al Tribunale civile, alle istituzioni locali, vengono pubblicati almeno una quarantina di articoli tra stampa nazionale, locale e on line e fatte interpellanze parlamentari.

A questo punto, forse pressato dagli articoli, il comune di San Lazzaro nega la variante, anche se tutta l’opera è già stata finita. Contemporaneamente però contesta l’occupazione abusiva agli inquilini regolari multandoli di 150 euro, inquilini a cui aveva dato la residenza , “oltre il danno la beffa”. Nel 2002 si arriva finalmente al rogito ma le famiglie hanno perso un sacco di soldi.

Escono altri articoli sulla stampa e comincia un calvario per questo agente delle forze dell’ordine e per la sua famiglia: ricevono telefonate anonime per 2 anni, tutte le notti fino all’alba; il presidente della cooperativa, Scarenzi chiede un provvedimento disciplinare al Questore per sospenderlo dalle sue funzioni, il provvedimento si concluderà nel nulla ma l’agente si dovrà difendere da altre denunce inconsistenti e fasulle. Il Comune di San Lazzaro, decide a questo punto di sanare la situazione e chiede al costruttore Raggi, un compenso per l’abuso mentre il presidente della cooperativa Scarenzi e il suo vice vanno ad abitare in alcuni dei sottotetti di lusso appena costruiti; ma il tribunale civile e la perizia del pubblico ministero della Procura che ha aperto un’indagine sostengono che abusi del genere sono insanabili; anche il contratto di appalto del costruttore e della cooperativa che ha generato il prezzo al mq degli alloggi risulta maggiorato di circa 400 milioni di lire, “oltretutto esentasse”; insomma i cittadini hanno pagato di più il prezzo al mq delle loro case (probabilmente il costo dei sottotetti).

E stiamo sempre parlando di edilizia convenzionata! Alla faccia delle politiche sociali!

Quindi la perizia della Procura dice che non si può semplicemente far pagare al costruttore una multa per aver costruito degli appartamenti in più, con abusi in opere realizzate con soldi pubblici. Tra denunce ed esposti dell’agente e dei cittadini che continuano a chiedere giustizia su un raggiro e collusioni di interessi che bloccano le indagini, il Comune che non ha vigilato, le convenzioni che sono rimaste carta straccia, abusi e violazioni che riguardano intere aree, la storia continua e la Procura archivia per prescrizione. Ecco quello che succede ai cittadini! Sapete quale è il costruttore che ha ristrutturato il Comune di San Lazzaro oggi? Il costruttore Raggi. Il solito intreccio tra politica, imprenditori e amministratori ..ma di un caso che secondo la politica è isolato! Ma guarda la coincidenza la stessa situazione viene denunciata da altri soci della cooperativa Edilcasa anche a Castel Maggiore nel 2001 per lo stesso sistema di costruzione e ci sono altre denunce nei confronti del presidente Scarenzi. In questi giorni è sulle prime pagine dei giornali locali una richiesta di soldi in nero a dei cittadini di San Lazzaro, per poter comprare un’immobile costruito dalla Holding edilizia Cipea, quella di cui parlavo all’inizio, sempre in edilizia convenzionata, e poi si parla di una casa da dare con contratto in bianco alla figlia di Delbono. Cosa risponde la politica? L’Amministrazione chiamata in causa? Che è un caso isolato. Che non ne sa niente, che è suo dovere vigilare…bla, bla bla..e per fortuna che vigilano…forse allora è il caso che smettano!!! Anche quando hanno fanno ristrutturare il Comune di San Lazzaro sempre allo stesso costruttore Raggi, vigilavano?!

Ma mi chiedo se un agente delle forze dell’ordine non può difendersi da tutto questo come può farlo un normale cittadino?

Io sono andato via dall’amministrazione pubblica perché ero disgustato. Ho scelto. Ho visto che questo è il pane quotidiano dell’amministrazione e probabilmente delle altre città dell’Emilia Romagna. Non voglio demonizzare nessuno ma tutto questo che ho raccontato è inaccettabile. Funziona così l’edilizia pubblica ma è legittimo pensare che questo modo di operare sia esteso a molti altri settori pubblici. Purtroppo stiamo vivendo un’era di collusioni tra amministrazioni pubbliche e interessi privati che vanno a scapito di una gestione efficiente e del benessere dei cittadini. Ma la collusione cos’è?: è’la completa perdita da parte della classe politica della capacità di dare una direzionare alla città, verso una benessere collettivo. Quando mancano le condizioni di direzione la città cade. Le istituzioni si sfaldano e la mancanza di obiettivi viene sostituita dalle collusioni. Ecco i problemi di Bologna non sono le idee, i progetti, la mancanza partecipazione della gente. I problemi sono le collusioni, questo intreccio tra politici, imprenditori e amministrazione, un legame che permette di lavorare e prosperare sempre agli stessi. Chi vuole fare qualcosa, qualcosa di reale per la città deve porsi prima di tutto il problema di questo intreccio insano, che deforma tutto e che da molto tempo impedisce alla città di crescere, di maturare, impedisce una condizione reale di libero mercato, di prosperità e una soluzione concreta ai problemi dei cittadini.

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