Se nei decenni di crescita si è fatto poco in questi anni di crisi salta anche la mutenzione ordinaria. Ai più giovani sembrerà difficile crederlo ma Bologna è una città costruita su una palude e tra fiumi. Oggi le fondamenta su cui siamo seduti stanno andando a pezzi e non c’è denaro per intervenire. “Un mare di chiacchiere e basta. Le fanno i politici in campagna elettorale. Quelli che restano davvero sono i tanti problemi strutturali che affliggono i canali di Bologna e che prima o poi bisognerebbe affrontare” ha detto pochi giorni fa Antonio Caliceti, presidente del Consorzio della Chiusa di Casalecchio e del canale del Reno. E’ questa l’epoca complessa in cui stiamo vivendo. Bologna ‘città delle acque’ nasce come città industriale nel 1300, sulle acque dei nostri canali. Le città progredite e industriose avevano bisogno di acqua e Bologna riuscì ad imporre ai suoi fiumi e torrenti un dominio tecnico vicino alla perfezione imbrigliandoli in una serie di canali, di chiuse e di chiaviche che consentivano la navigazione mercantile e l’attivazione di opifici e mulini anche se restano pochi segni tangibili di questa storia.
La pavimentazione realizzata a metà degli anni Cinquanta del secolo scorso e che ha coperto tutto avrebbe bisogno di forti manutenzioni perchè è in pessime condizioni. Andrebbe puntellata in diversi tratti poichè l’armatura del cemento è corrosa dall’umidità. Il problema resta di una certa gravità.
Servirebbe anche una profonda pulizia del fiume a monte della Chiusa, eliminando un ‘mammellone’ lungo circa 250 metri, coperto di pioppi e salici che stringe innaturalmente l’alveo. In tempi di piena può sommergere il Lido e in condizioni estreme minacciare le case retrostanti. In tempi di magra, d’estate, la corrente si riduce al minimo e il Lido diventa una pozzanghera. Rendendo anche problematica la derivazione del canale di Reno che si sta interrando. Ma dov’è il problema l’assurdità del problema?
“E’ che questo mammellone è stato dichiarato dalla Regione zona Sic (Sito d’importanza comunitaria), quindi non si può toccare. Un’assurdità che mette a rischio sia il Lido sia la presa del canale” ha chiuso Caliceti. Un’altra situazione da cortocircuito in cui la politica fa il massimo della confusione possibile.
Lascia un commento