Cosa ruota intorno al mondo dei finanziamenti ai partiti politici, ai Sindaci, ai singoli candidati alle elezioni politiche in Emilia che poi rivestono incarichi pubblici? Se ne sa poco.
Dall’inizio anno gira invece sulla via Emilia la voce che Comacchio sia il Paese dell’anguilla. Gira senza grande clamore. Perché nella ricca Provincia di Ferrara, a Comacchio, paese delle anguille accade proprio questo.
Due assessori del Comune di Comacchio Eugenio Gramolelli e Berto Cavallari, il dirigente del settore urbanistica Manlio Carli e il segretario del Prc Lagunare Filippo Farinelli vanno agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione in concorso. Perché? Ce lo spiega la cronaca puntuale de La Nuova Ferrara. La vicenda giudiziaria riguarderebbe le sponsorizzazioni del Comacchio Calcio che una ditta di costruzioni avrebbe promesso alla società in cambio dell’accelerazione di una pratica che la stessa ditta aveva ferma in Comune a Comacchio da tempo.
I fatti contestati e riportati nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Silvia Migliori del tribunale di Ferrara, risalgono a ottobre del 2008.
“La ditta avrebbe promesso 30mila euro di sponsorizzazione al Comacchio Calcio, ne avrebbe dati solo 4800, con 4 assegni regolarmente fatturati dalla società calcistica. Poi, sostiene l’accusa, la pratica in comune, grazie all’interessamento del politico degli assessori e del tecnico, si sarebbe sbloccata finendo con l’ottenere la concessione edilizia per la costruzione di un famoso negozio di bricolage sulla Romea. Concessione che comunque lo stesso Gip qualifica come conforme alla legge.
Per i legali degli arrestati il provvedimento è sproporzionato, lunedì mattina comunque avranno modo di spiegare loro stessi le proprie ragioni negli interrogatori fissati davanti al Gip. Intanto si è mossa la macchina politica e amministrativa. La federazione provinciale del Prc, al quale appartengono Farinelli e Cavallari, ha sospeso entrambi in via cautelativa dagli incarichi ricoperti all’interno del partito. Un provvedimento dovuto così come previsto dallo statuto del Prc, in attesa degli esiti del lavoro della magistratura nel quale la Federazione nutre la massima fiducia. La Prefettura invece, così come previsto dal testo unico degli enti locali, questa mattina ha notificato al sindaco di Comacchio, la sospensione di diritto dei due assessori Cavallari e Gramolelli. Lunedì mattina sarà invece il direttore generale del comune lagunare a formalizzare la sospensione nei confronti di Manlio Carli, dirigente del settore urbanistica “.
Spunta un nome noto sulla Stampa ferrarese: il nome del Costruttore Tomasi .
Gianfranco Tomasi è indagato per corruzione, per aver – secondo le ipotesi accusatorie – distribuito finanziamenti ai partiti nell’ultima campagna elettorale. L’inchiesta affidata al pm Nicola Proto è in corso e aveva visto nei mesi scorsi l’interrogatorio in Procura dello stesso Tomasi, assistito dall’avvocato Filippo Sgubbi (avvocato anche del più noto Giovanni Consorte, ndr).
«Non vi sono elementi per sostenere questa accusa» ha spiegato il legale, ricordando che tutti i finanziamenti di Tomasi ai partiti comacchiesi sono stati fatti alla luce del sole, sono stati tutti registrati dal primo euro all’ultimo nella contabilità aziendale delle varie società dell’impero Tomasi. Si trattava, come aveva spiegato lo stesso Tomasi a «la Nuova Ferrara», dopo che la notizia sull’inchiesta era trapelata, di «finanziamenti assolutamente regolari». «Abbiamo già chiarito tutto» aggiungeva con sicurezza: «Credo che ora le cose siano state spiegate». Ora si attende il pronunciamento del pm Proto che dovrebbe chiudere a breve l’inchiesta definita Comacchiopoli, per tutti i tronconi di indagine
C’è un altro problema che riguarderebbe Tomasi.
Vi è una contestazione di abusi edilizi su di una villa a Comacchio dove abitano i fratelli Aldo e Milena Tomasi, figli del noto costruttore. Non tutti sanno che sulla villa è in corso un processo per abuso edilizio e violazione di autorizzazione.
La Nuova Ferrara nei primi mesi dell’anno scrive : “Ma quella di ieri mattina è stata un’udienza lampo: appena il tempo di presentare nuovi elementi difensivi al giudice Silvia Marini da parte del professor Filippo Sgubbi, legale dei due imputati (i fratelli Tomasi), e il giudice ha rinviato tutto al gennaio prossimo.
Stesso rinvio, a febbraio, per un altro processo che sempre ieri mattina era fissato in tribunale a Ferrara, in un’altra aula (giudice Giorgi, pm Castaldini) e che vedeva altro abuso edilizio contestato ad un altro Tomasi, Massimiliano, per un’altra casa a Pomposa. Entrambi i processi sono stati rinviati, spiegava lo stesso difensore, perché i giudici vogliono verificare se sussista o meno la possibilità (indicata dalla difesa) che questi abusi rientrino in una sanatoria prevista da nuova legge regionale, che «sanerebbe» ogni irregolarità azzerando ogni processo che sarebbe inutile celebrare. Scendendo però al merito della vicenda, i processi vertono su presunti abusi per aumento di cubature delle case in questione.
La casa di Aldo e Milena di via Caduto di Cefalonia e Corfù alcune settimane fa fu al centro di un intervento – su questo giornale – del sindaco Paolo Carli, che informava della linea dura che avrebbe adottato la sua amministrazione verso gli abusi edilizi: 3000 in totale quelli registrati nel comune di Comacchio (eredità di altro passato politico, per Carli) e perseguiti con tanto di ordini di demolizione ma mai eseguiti dal Comune: polemica questa emersa anche in altro processo, sempre a carico di Tomasi case, fissato al 19 ottobre prossimo con imputati Massimiliano Tomasi e Pietro Farinelli: abuso che rientrerebbe nella sanatoria, azzerando anche questo terzo processo”
Fin qui la cronaca. Sorge spontaneo chiedersi se questi siano o meno fatti isolati o casi esemplificativi. Infatti c’è qualcuno che si chiede cosa invece accada nella più centrale Bologna (e dintorni).
Ci domandiamo: ma gli organi preposti hanno mai verificato nel capoluogo felsineo cosa ruoti intorno al mondo dei finanziamenti ai partiti politici, ai Sindaci, ai singoli candidati alle elezioni politiche che poi rivestono incarichi pubblici?
Un finanziamento al partito o al suo candidato da parte di un soggetto attuatore puo’ vincolare il politico “all’obbligo” di non poter poi rifiutare una concessione edilizia.
A velocizzarla magari? A concedere permessi e autorizzazioni fuorilegge?
Può l’Amministratore Pubblico, su queste basi, sbilanciarsi sino al rilascio di permessi illegittimi , di sanatorie non concedibili su abusi insanabili?
Vi è un vincolo inestricabile tra chi finanzia le candidature politiche e costruisce e chi una volta eletto ci amministra? Vi è un obbligo “non scritto”?
Allora ci domandiamo: Cosa impedisce a Procure estremamente celebrate quali quella bolognese a non valutare con la dovuta attenzione alcuni fenomeni “imbarazzanti” che riguardano le Comacchiopoli locali?
Vi pare, cari amici , che possa essere davvero Comacchio il paese delle anguille?
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