Centrale termoelettrica di Porto Tolle (tra Ferrara e Rovigo). Francesco Luigi Tatò e Paolo Scaroni, ex amministratori delegati di Enel Spa, sono stati condannati dalla terza sezione penale della Cassazione per i danni provocati dalla centrale Enel di Porto Tolle, sita nel Parco Naturale del Delta del Po, mentre era azionata a olio combustibile.
La Cassazione ha ribaltato la sentenza della Corte d’Appello di Venezia. Secondo quanto si è appreso sarebbe stata riconosciuta la responsabilità penale (ma i reati nel frattempo si sono prescritti) sia dei direttori di centrale sia degli amministratori delegati di Enel. L’esatta quantificazione dei danni spetterà alla Corte d’Appello civile di Venezia.
I reati imputati alla società erano di emissioni moleste, danneggiamento all’ambiente, al patrimonio pubblico e privato e la violazione della normativa in materia di inquinamento atmosferico. In primo grado, marzo 2006, erano stati condannati sia Tatò (7 mesi) che Scaroni (un mese) sia i due direttori di centrale Carlo Zanatta (due mesi) che Renzo Busatto (sanzione pecuniaria) e la stessa Enel. La corte d’appello di Venezia aveva confermato la condanna per Busatto e Zanatta mentre assolveva Tatò e Scaroni. Ma la nuova sentenza li condanna.
La Procura si è avvalsa del parere di esperti come l’ingegner Paolo Rabitti, impegnato anche nei procedimenti penali di Porto Marghera o dello scandalo rifiuti di Napoli. La notizia si ricollega a quanto successo di recente a Rovigo dove il ministro Alfano ha inviato gli ispettori contro i pm Manuela Fasolato e Dario Curtarello che indagano anche sulla riconversione della stessa centrale Enel da olio combustibile a carbone. Il ministro Alfano ha inviato Arcibaldo Miller, capo ispettore del ministero della Giustizia, già coinvolto nello scandalo della loggia massonica P3. Il ministro Alfano ha dato seguito infatti a una richiesta di ispezione dell’ex parlamentare del PD Luciano Violante, ma attualmente presidente di Italiadecide, associazione che vede tra i soci fondatori proprio Enel. In Italia il conflitto di interesse non muore mai. In contemporanea alla sentenza della Cassazione hanno svolto un sit-in di fronte al Tribunale alcuni cittadini di Rovigo e i ragazzi del Movimento 5 Stelle del Veneto. La sentenza della Cassazione conferma al massimo livello il lavoro d’indagine svolto dai magistrati di Rovigo Fasolato e Curtatello che nonostante tutto sembrano continuare il loro lavoro.
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