Scatta un nuovo decreto flussi migratori per l’Italia in declino. Tutti pronti ai blocchi di partenza. L’Italia non sembra aver bisogno di immigrati ad alta formazione ( i cosiddetti cervelli) ma di badanti e operai con poche pretese e nessuna specializzazione. Da un articolo de El Pais, di alcuni mesi, l’Italia risulta essere il fanalino di coda delle economie mondiali negli ultimi dieci anni. Siamo al 179 posto su 180 Paesi. Un decennio duro per tutte le economie sviluppate, ma catastrofico per noi. Anche il Portogallo fa molto meglio con un dato di crescita decennale del 6,47%. Quella italiana è ancora la settima economia mondiale in termini di PIL, ma per quanto tempo ancora se non cresce? E di che tipo d’imprese e di lavoro si abbia bisogno per ripartire sembra un dilemma esoterico a cui i governanti non sono interessati. Intanto però parte il decreto flussi immigrati 2011. Tre le date stabilite dalla Gazzetta Ufficiale numero 305 del 31 dicembre. I permessi disponibili sono 98.080. La prima data è il 31 gennaio, alle otto del mattino, quando è fissato il click day per i lavoratori stranieri non stagionali. 52.080 immigrati proverranno da Paesi che hanno sottoscritto specifici accordi di cooperazione in materia migratoria con l’Italia; i principali, Egitto (8000), Moldavia (5.200), Albania e Marocco (rispettivamente con 4.500 posti disponibili). La seconda data è il 2 febbraio, indirizzata principalmente a 30000 lavoratori domestici (colf e badanti) provenienti da diversi Paesi. La terza è 3 febbraio rivolta a lavoratori che hanno completato programmi di formazione e istruzione nel paese di origine (4000 posti e 500 discendenti di italiani in Argentina, Uruguay, Venezuela o Brasile). Da lunedì i datori di lavoro possono scaricare online sul sito del Viminale l’applicativo per registrarsi e compilare le domande per l’ingresso che dovranno essere inviate in tre giorni distinti. Buona fortuna a tutti.
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