LA MALAPIANTA


Un lettore ci racconta una piccolissima storia di Provincia e di ingiustizia alla Bolognese. Sembra piccola ma non lo è del tutto. In un  comune dell’hinterland, sorge un fabbricato al centro di numerosissime inchieste giudiziarie: abusi edilizi, truffe, violenze, minacce, complicità amministrative. Di tutto di più. Le case situate al piano terra dell’edificio sono dotate di giardini e le proprietà divise da siepi e reti di recinzione. Nel tempo accade che un rampicante situato nella proprietà di uno dei condomini, cresca in maniera esponenziale invadendo la proprietà dell’altro vicino di casa. Una storia banale direte: niente affatto.

Il rampicante cresce a dismisura e si abbarbica alle finestre della camera da letto del malcapitato. A nulla serve richiedere una potatura, uno sfrondamento dei rami. Intanto le finestre dello sfortunato cittadino diventano un roveto di foglie e rami, di insetti e di api. Ma voi direte: che interesse può avere una storia del genere? Aspettate e vedrete!

La controparte del malcapitato è purtroppo sorda alle suppliche del cittadino . Anche se dovrebbe avere una sensibilità speciale verso le norme di legge trattandosi di un sottufficiale della Guardia di Finanza impiegato per anni presso la Procura di Bologna in qualità di  assistente di un noto e importante magistrato.

Il finanziere, dicono i tanti , è divenuto astioso nei confronti del vicino perché questi ha denunciato con altri cittadini, fino ad arrivare ad interpellanze parlamentari, il fatto che lo stesso militare abbia avuto accesso a quella casa con giardino non possedendo i requisiti di legge per l’edilizia popolare. Ha attestato falsamente di possederli, non ha denunciato gli illeciti che maturavano intorno a lui, si è dimenticato di segnalare fatti di evasione fiscale e dulcis in fundo ha fatto e fatto fare ingerenze sul luogo di lavoro del vicino per metterlo a tacere. Forse li ha fatti anche in Procura dove la sua posizione, scrivono le interpellanze parlamentari, il suo ruolo è stato “celato” per sette anni ovvero fino al termine di tutte le indagini. Senza censure di legge ma con un mite allontanamento al suo Comando quando lo scandalo era divenuto ingestibile ai più.

E’ possibile? A Bologna, si!

Intanto la pianta rampicante cresce. Il vicino è esasperato, si rivolge ai Carabinieri ma il militare della Finanza è di casa li’, è amico di tutti, è un intoccabile forse?

Eppure il vicino di casa presenta molte denunce  a carico del militare ma come in un sortilegio pure queste spariscono nel nulla anche se il Comando dell’Arma dove le presenta è il medesimo.

Che strana la Legge:  viaggia a due velocità … spariscono le denunce dell’uno mentre le altre volano e convogliano a processo in un battibaleno.

Cosi’ il vicino esasperato dalla radura che gli cresce in casa, si arma di forbici e pota i rami del rampicante liberando la propria finestra.

Bene. La Giustizia Bolognese lo ha processato e condannato per questo gesto di lesa maestà ovvero per la commissione del reato di Esercizio Arbitrario delle proprie ragioni.

Un processo che ha dato ragione al potente militare della Guardia di Finanza condannando il malcapitato cittadino.

Il Giudice non ha avuto dubbi: non si pota una pianta che invade la propria proprietà’specie se è di una persona che forse è al di sopra delle leggi.

La pianta, si dice in sede processuale, è stata danneggiata con l’intenzione di indurla alla morte solo che il “tentativo di omicidio” non si è consumato perché la pianta ha continuato a germogliare come prevedibile dopo una semplice potatura.

All’omicidio del Diritto non sopravviverà alcuno, secondo noi .

L’udienza è durata alcune ore ed ha impegnato Avvocati, un Giudice monocratico, le parti, un cancelliere, un PM .

A nessuno interessa il ruolo del finanziere nella storia dei finanziamenti illecitamente percepiti e neppure di conoscere dove siano finite le denunce del vicino.

Semplicemente perché vi è il sospetto che certe posizioni si valutino non sui codici ma sulle amicizie. E questo atterrisce.

Attenti dunque a potare la pianta sbagliata a Bologna e ricordate Flaiano: Chiedete Giustizia e sarete giustiziati!

2commenti
  1. cristina

    15 febbraio 2011 at 20:49

    Chiedete giustizia e sarete giustiziati! La citazione di Flaiano è accattivante ma a doppio taglio. Cosa dovrebbe fare un cittadino che subisce una violenza grave o un danno rilevante oltre a rivolgersi alle Istituzioni della Repubblica ? dovrebbe cercare un “padrino” per chiedere un intervento a suo favore o , come consiglia la logica mafiosa ,cercare di farsi giustizia da sè? Non c’è dubbio che esiste una zona grigia di omertà , collusione e anche criminalità in aree dell’amministrazione dello Stato , come dimostrato a Bologna dagli ufficiali e militari che passano per essersi fatti corrompere dal mafioso o ex mafioso Gagliandro , alias ing. Danieli , nella vicenda della Doro Group dell’aeroporto Marconi, e a Milano dalle motivazioni di condanna del Generale dei Ros , Ganzer( solo per citare due casi recenti) . Occorre allora cercare di contrastare seriamente la corruzione e il malaffare dovunque essi si manifestino. Occorre farlo con generosità e senza inutili macchiavellismi , con imparzialità e consapevolezza che se le Istituzioni sono guaste non c’è speranza per nessuno , se non per la mafia spa che sulla “privatizzazione”( la padrinizazzione) della giustizia punta tutte le carte . Occorre acquisire vere informazioni sull’amministrazione pubblica e sull’amministrazione dello Stato : 1) sul numero di questi ufficiali che gravano sulla spesa pubblica e sui privilegi di cui godono . Occorre combattere i conflitti di interesse e l’assenza di uguaglianza di fronte alla legge. L’italia ha già conosciuto l’iniquità del sistema -giustizia in epoca fascista , quando i gerarchi disponevano della giustizia. L’Italia non è mai stata un paese civile riguardo all’indipendenza della giustizia dalla politica . La Costituzione della Repubblica Italiana ha voluto , non per nulla, l’indipendenza della magistratura . I magistrati devono meritare l’onore che la nostra Costituzione ha loro concesso. Gli indegni devono essere smascherati dai magistrati onesti . Non ci sono però solo magistrati che si dimostrano disonesti , c’è un strutturazione procedurale e giudiziaria che può facilmente essere ingarbugliata e manomessa o falsificata , azzoppando alla base il reperimento , l’evidenziazione delle prove e quindi l’equità delle procedure . L’avvocatura è responsabile di una parte dei danni che subisce il cittadino . La criminalità politica e il malfunzionamento della amministrazione pubblica e delle burocrazie fanno il resto . Senza istituzioni imparziali , la fede pubblica crolla e , a seguire , quel minimo di Civiltà che con tanta fatica e prezzo di enormi sacrifici è stata conquistata dai nostri predecessori. Un’ultima considerazione , speculare al ” Chiedete Giustizia e sarete giustiziati” : Non Chiedete Giustizia e sarete costretti a subire torti anche maggiori, fino alla fine dei vostri giorni , e anche oltre..

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  2. Cristoforo

    16 febbraio 2011 at 16:23

    Cristina , condivido appieno le tue considerazioni con qualche doverosa precisazione . Hai citato alcuni fatti specifici tra cui la triste vicenda della Doro Group e parto da li’ per una considerazione .
    Quanta gente in realtà sapeva che un malavitoso gestiva l’appalto dei servizi di terra dell’Aeroporto Marconi ?
    Tra questa gente non puo’ escludersi la consapevolezza di molti funzionari dello Stato e magari di qualche magistrato ..chi puo’ dirlo ?Mi pare che Doro Group si scopra in fin dei conti per puro caso e se non erro per una semplice controversia sindacale …ma fino ad allora chi sapeva realmente cosa bollisse nel pentolone del Marconi?
    E l’affaire Del Bono non è nato forse dalla mera posizione di un GIP che richiedeva un supplemento d’indagine a chi non aveva ravvisato reati ?
    Quanti sapevano ? Io dico: tanti e da sempre.
    Questo per sottolineare che il malaffare amministrativo ha sempre una sua circolarità , un suo giro di complicità posto su piu’ livelli.
    Bologna vive la sua metastasi amministrativo – giudiziaria cagionata da posizioni decennali di negazionismo , da basi di compiacenza verso fenomeni di corruzione spesso per ragioni di casacca politica .
    Questo, almeno fino a poco tempo orsono, aveva prodotto la convinzione che talune fasce sociali fossero immuni da rilevi giudiziari per censo , appartenenza politica e conoscenze .
    L’appartenenza al partito , alla loggia , alla Società Cooperativa o a tutte e tre insieme garantiva un lasciapassare giudiziario imbarazzante quanto immorale . E’ opinione di tanti cittadini comuni .
    La mafia dei colletti bianchi ha proliferato , ha tolto respiro all’economia , ha stretto alleanza con i suoi controllori .
    Oggi “il sistema Bologna” , il sistema delle Massonerie , delle consorterie di poteri , delle amicizie e connivenze è sconosciuto ai piu’ è occultato dai giornali , camuffato da una Stampa che non osa sfiorare il sistema .
    Hai mai letto articoli sulla locale Massoneria ?
    Questo blog nasce per bucare quel muro di silenzio e di sopraffazione che ci annienta ogni giorno .
    grazie a tutti

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