Vi ricordate di Vincenzo Barbieri, l’importante narcotrafficante internazionali residente a Bologna ucciso a Marzo in un agguato a Vibo Valentia? Era tra i più grandi narcotrafficanti in circolazione in Italia e nel mondo. Questo signore esercitava le sue attività del narcotraffico e investiva nell’economia bolognese. Sono ingenti le sue proprietà. Oggi le proprietà del suo clan per una cifra pari a 10 milioni di euro sono stati messi sotto sequestro. A quanto sembrerebbe anche la Gabetti immobiliare di San Lazzaro di Savena (un franchising ovviamente). Sono tante altre le proprietà che la criminalità organizzata detiene in città e in Emilia alla luce del sole. Sequestrata anche una villa con stucchi e arredi di lusso “stile Scarface” di un affiliato a Bentivoglio in provincia di Bologna. Tra le proprietà anche un hotel 4 stelle a Granarolo.
Braccio operativo era Francesco Ventrice, esponente di spicco del clan Mancuso di Limbadi. Scopo del clan era monopolizzare il mercato immobiliare bolognese. Molti bolognesi affiliati al clan.
Barbieri venne arrestato nel giugno 2009 in un attico di via Saffi a Bologna, dove scontava la sorveglianza speciale. Un’altra volta fu perquisito nel suo luogo i cui era andato a resiedere: l’hotel Baglioni in via Indipendenza.
Gli agenti trovarono una Maserati Gran Turismo 4.7 e 118.000 euro in contanti in un cassetto. Poi venne ucciso il 12 Marzo scorso.
A Bologna la criminalità organizzata è un problema serio. Nessuna forza politica ha messo come primo punto nel programma della campagna elettorale la lotta alla criminalità organizzata. Con difficoltà alcuni candidati ne parlano anche se molto di rado. Il tema è affrontato in modo superficiale dalla politica che poco sa. Spesso non ha strumenti per decifrare e capire. Molte volte è collusa e distante dal problema con cui convive e usa nel caso degli enti pubblici locali come marketing per rimarcare la propria estraneità ai fatti. I fatti invece accadono. Anche se non si vogliono vedere o conoscere.
Continuano intanto i sequestri della squadra mobile di Bologna che si sono protratti dalla mattinata.
Achille
SAN LAZZARO DI SAVENA ! La NDRANGHETA SUL MERCATO IMMOBILIARE DEL LUOGO DOVE IL MATTONE E’ SOVRANO! LO SAPEVANO ANCHE I NARCOTRAFFICANTI ! MACCIANTELLI RIFLETTA E SI DIMETTA
Cristoforo
Caro Achille,ma è sempre un caso : Uniland , Cipea , Case Gialle ,ndrangheta immobiliare etc.etc…. Sempre e soltanto un caso che tutto cio’ che ruota attorno all’illecito immobiliare proliferi a San Lazzaro.
Che in quel luogo sia tutto possibile lo sanno tutti . Che si il posto migliore dove investire e commettere reati è noto davvero proprio a tutti. Meno ad uno ……che finge di non capire ….. Indovinate chi
cristina
Spunti per una ricognizione della realtà oscurata e richieste di approfondimento :1)I nomi dei bolognesi affiliati( conosciuti), per favore .
2)L’elenco e l’indirizzo degli immobili.
3) Un dibattito sul significato socio-economico e sulle implicazioni oggettive ( che vanno dagli avvocati collusi alla corruzione nell’ambito del settore sfratti dei Tribunali)dei tentativi di monopolizzare il mercato immobiliare. E’ il diritto di tutti i cittadini ,garantito dalla Costituzione, di avere una casa che viene aggredito dalla criminalità organizzata ,quella mafiosa in primis.
E’ necessario avviare un dibattito pubblico su questi problemi tanto gravi quanto misconosciuti.
Cristoforo
Cristina , sinteticamente .
Gli investigatori avevano compreso e richiesto al PM la cattura di alcuni professionisti che fiancheggiavano nei loro investimenti i signori della “coca” residenti a Bologna .
Il GIP , con una presa di posizione eclatante , ha respinto “per modesta pericolosità sociale” l’arresto di questi professionisti . Il segnale è chiaro : Bologna non tocca se stessa . Bologna non intende sfiorare i colletti bianchi che amministrano il denaro sporco dei clan in città perchè poco pericolosi socialmente (sic !). E’ una lunga tradizione di deferenza verso queste caste di intoccabili che non ha eguali in altre Procure italiane dove chi fiancheggia la mafia va dritto in galera .
Le domande sono tante , ma una su tutte : E’ forse per questa ragione che tutti agivano indisturbati ? Chi era preposto alla vigilanza di Ventrici si era mai accoro di chi fosse ? Chi gli dava i permessi ? Chi vigilava sugli obblighi di un modesto ” operaio” in cachemire e auto di lusso ? Da quanto tempo ?
San Lazzaro . Perchè ? Perchè è sede del mercato immobiliare piu’ spregiudicato ,incontrollato e ricco della Regione. E’ evidente che vi sia una scelta economica oculata da parte dei clan.
I nomi dei “bolognesi” coinvolti li trovi su L’INformazione di Bologna on line
cristina
Riporto il passaggio menzionato da Cristoforo: “Tra i fiancheggiatori
del clan ci sono il commercialista Nerio Marchesini, 56 anni di di San Giovanni in Persiceto,il geometra Roberto Merighi di 41 anni. E un avvocato penalista bolognese di 42 anni.
Secondo l’accusa i tre professionisti gestivano in maniera consapevole gli affari della cosca che voleva controllare il mercato immobiliare bolognese. Il legale e il ragioniere si occupavano delle compravendite”. Il nome dell’avvocato penalista bolognese è stato oscurato. Sarebbe invece opportuno che i cittadini bolognesi sapessero chi è l’avvocato della cosca ,sopratutto per l’ottima ragione che, rivolgendosi in qualità di clienti a questo avvocato senza conoscere i suoi rapporti con la cosca , potrebbero diventare essi stessi un ottimo boccone per i tentacoli dell’Hydra, ah pardon ,dell’idra mafiosa!
Credo sarebbe venuto il momento di riflettere seriamente su cosa davvero significa, in termini di disastro economico-sociale e finanziario , che delle organizzazioni criminali controllino il”mercato immobiliare”.
Cristoforo
…..se mi permetti il mercato immobiliare è già nelle mani di organizzazoni criminali non necessariamente di stampo mafioso….
cristina
Sì Cristoforo, però ,poichè le vittime, cioè i normali cittadini , divengono tali attraverso i “mediatori” cioé i professionisti affiliati alle organizzazioni criminali secondo varie modalità – commercialisti, avvocati, notai, consulenti ecc.-dicendo pubblicamente i nomi di quelli che sono stati presi con le mani nel sacco a delinquere, si consente alle potenziali future vittime di non diventarlo! Non è poco, se mi consente .
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