Il Sindaco di San Lazzaro di Savena, Marco Macciantelli, come riporta l’edizione de La Repubblica del 19 Novembre, va a processo per reati ambientali .
Sarà dunque un processo a stabilire se il Sindaco ed un tecnico di HERA abbiano rivestito responsabilità in ordine a presunte violazioni delle normative ambientali.
La contestazione verterebbe – secondo la Stampa – nel mancato adempimento di disposizioni della Provincia di Bologna a seguito di un travaso di scarichi fognari che da uno scolmatore sarebbero confluiti in un torrente .
Per il Sindaco : “E’ una storia vecchia , del 2007, che si è risolta “. Il 2007 è sicuramente un’epoca antidiluviana ! Poi si dichiara innocente e sostiene che in aula si chiarirà tutto.
Proprio questa estate, il Sindaco di questo ricco Comune, sempre per la chiarezza probabilmente, si era impegnato a combattere alcune voci di dissenso provenienti dal Web, da diversi blog e da certa stampa.
Nel mese di luglio , dichiara : “C’è il sospetto motivato che in quei blog — sottolinea — si vada ben oltre la legittima critica politica,aspra se necessario». Obiettivo principale, «tutelare il buon nome,l’immagine e l’onorabilità dell’istituzione », nell’interesse di tutti, al di là delle diverse appartenenze politiche”.
Parole forti a cui seguiva nei fatti , una formale delibera con cui il Sindaco decideva per un impegno di spesa. 3200,00 euro della somma complessiva stanziata per la consulenza “anti – critiche” vengono addirittura prelevati da un fondo di riserva .
In tempi di crisi e di patto di stabilità, deve esserci dunque una particolare urgenza se è cosi’ fondamentale e prioritario perseguire le voci di dissenso anche in un piccolo Comune della provincia.
Valerio Giuliano
a processo a Bologna; l’accusa rappresentata da amici di piazza Trento e Trieste…..nulla di cui proccuparsi sindaco e soprattutto nessuna spesa di assistenza legale, quelle sono a carico del contribuente, così come quelle prelevate dal fondo di riserva per perseguire i blogger “antipatici”.
Hannibal
Signor Sindaco ,vengo a proporle un atto di giustizia, a pregarla d’una carità. Cert’uomini di mal affare hanno messo innanzi il nome di vossignoria illustrissima, per far paura a un povero curato, e impedirgli di compiere il suo dovere. Lei può con una parola, confondere coloro, restituire al diritto la sua forza».