Pieno giorno, strade affollate. Una macchina di grossa cilindrata affianca un’utilitaria e cerca di spingerla fuori strada, due spallate contro la portiera, l’inseguimento dura per un kilometro ma l’utilitaria si salva a ridosso dello spartitraffico. Cambio scena: ombre che saltellano lungo un edificio. Le urla di un pestaggio si alzano dalla strada. Nessuno interviene. Cambio ancora: un’ automobile spinge sulla fiancata l’auto di un collaboratore di giustizia. L’auto slitta lungo la scarpata ma si salva per miracolo.
Non sono le immagini di un action movie americano girato per le strade di Detroit o Bogotà ma Genova e Savona in pieno giorno. Da tempo in questi luoghi agisce una criminalità organizzata che ha cambiato pelle agendo nel Nord-Ovest del Paese: è la ‘Ndrangheta. Episodi non sporadici in cui s’imbatte un ragazzo fuori dal tempo, Christian Abbondanza, presidente dell’associazione di volontariato Casa della legalità di Genova che ha lasciato tutto per combatte quello che lui ritiene il nemico più grande della nostra società: la criminalità organizzata.
Per la strategia di lotta che ha adottato è finito sotto tutela. Il 26 Novembre è stata indetta alla sala delle Munizioni di Palazzo Ducale a Genova dalle 15.00 alle 18.00 un’iniziativa a suo sostegno.
Christian, perché sei sotto protezione?
Dal 2005 abbiamo iniziato a denunciare non solo i nomi dei mafiosi ma le loro connessioni con la politica e il mondo imprenditoriale nei cosiddetti appalti pubblici. Questo ha fatto la differenza.
Sembra tanto che la tua opera stia dando risultati?
Un Comune è stato sciolto per mafia, Bordighera, ma pesanti infiltrazioni ci sono anche a Ventimiglia. E nel mirino delle Procure sono finiti Varazze, Andora, Albenga, Arenzano, Sestri Levante e Lavagna nel cui consiglio comunale siede una persona ritenuta dalle autorità affiliata. Ma c’è una forte attenzione anche per il Comune di Savona dove l’ex capogruppo del Pd è stato arrestato per corruzione insieme ad esponenti delle cosche.
Cosa è cambiato nel Nord-Ovest negli ultimi 10-15 anni?
La ‘Ndrangheta è passata dal radicamento alla colonizzazione, condizionando l’economia e la Pubblica Amministrazione. C’è lo dicono le Procure. Può determinare chi eleggere in grandi comuni e persino in Parlamento. C’è il senatore Minasso, nell’imperiese, che platealmente ha detto di aver preso i voti ma non i soldi del clan Pellegrino. Un consigliere regionale, un candidato alla Regione e vari altri esponenti indagati per voto di scambio. Una presenza che condiziona le elezioni di ogni livello.
Qual è il motivo che ti spinge ad andare avanti?
Questi soggetti divorano le nostre vite. La salute, con false bonifica e riciclaggio di rifiuti; l’economia, perché un’impresa onesta non può competere in quanto a disponibilità di denaro. E’ diventato un dramma.
Servono ancora i certificati antimafia?
A poco. Basta un prestanome e si risolve tutto. La criminalità oggi ha un potere tale che si compra i migliori professionisti. Nel comune di Genova ditte con l’interdizione da informative antimafia vincono appalti senza problemi.
Cosa bisogna fare?
Non bisogna stare in silenzio. La mafia per alimentarsi ha bisogno del consenso sociale. E’ ce l’hanno perché portano soldi e liquidità. Se la gente non reagisce siamo persi. Stanno arrivando magistrati validi che danno filo da torcere alla criminalità. Ci sono stati magistrati ciechi. Ma ora che anche la commissione parlamentare antimafia ha detto che in Liguria c’è questo problema non lo si può più negare.
Cosa chiederesti al presidente Monti?
Di rafforzare la Direzione Investigativa Antimafia. Anche in modo molto semplice. Facendo sì che le sedi della DIA siano date dalle pubbliche amministrazioni o dal demanio e non pagate con l’affitto sperperando il 50% dei soldi delle proprie indagini. Obbligare gli enti pubblici a pubblicare tutte le offerte delle licenze e degli appalti. I soldi nelle casse pubbliche non ci sono più. O si va a prendere quel 30% di economia criminale che esiste in questo Paese oppure non so quale possa essere la soluzione.
Persone come Christian fanno la differenza. Ma in Italia non c’è bisogno di eroi ma di cittadini normali in grado di far sentire meno soli chi come lui combatte tutti i giorni quasi fosse uno degli ultimi samurai.
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ECCO CHI E’ CHRISTIAN ABBONDANZA
Christian Abbondanza ha 36 anni e fa volontariato. Un volontariato tutto particolare: combatte la criminalità organizzata.
E’ partito fondando un’associazione la Casa della Legalità di Genova ma in breve ha costruito una rete di relazioni nazionale che si è sviluppata in tutta la penisola con centinaia di contatti. Istruttore di scacchi, organizzate di spettacoli, ha lasciato perdere tutto per dedicarsi alla sua Associazione. Lo slogan con cui presenta ogni sua iniziativa è: “Il futuro non è scritto!”
Magro, moro, barba incolta e cappellino di tela costantemente in testa a nascondere una capigliatura ribelle. “Tutto ciò che troviamo lo passiamo a reparti investigativi” ripete con convinzione. Collabora con i reparti antimafia con l’assiduità del blogger che si trasforma in opinionista e in investigatore. Christian si definisce una persona normale con la passione della libertà.
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