C’è una nuova possibilità per intervenire su questa malattia che attacca le cellule del cervello. Lo sostengono i dati di una ricerca pubblicata di una delle riviste internazionali più accreditate, la Lancet Neurology. Iniettando nella zona del cervello coinvolta dalla degenerazione uno dei geni del Parkinson stesso si riscontrano notevoli miglioramenti nelle capacità motorie e cerebrali dell’individuo ammalato. Per adesso si parla solo di un intervento pilota ma secondo gli esperti i risultati aprono nuove frontiere alla cura. Lo studio ha anche scoperto che il Parkinson non è solo una malattia associabile semplicemente agli anziani ma è diffusa anche tra i giovani. Infatti un malato su cinque ha meno di 50 anni. E uno su dieci ha meno di 40 di anni. Fondamentale è coglierne immediatamente l’insorgenza per poterne rallentare con i farmaci il decorso.
Lo studio ha anche rivelato che sintomi significativi che andrebbero tenuti sotto controllo e che potrebbero essere un segnale dell’arrivo della malattia sarebbero la depressione improvvisa e senza motivo, i disturbi pesanti del sonno, la stipsi di durata settimanale. Gli studi stanno cercando di sviluppare un livello maggiore di profondità perché i sintomi somigliano a tanti altri piccoli disturbi della vita quotidiana. E’ stato invece accertato che la dieta mediterranea è una buona cura per rallentarne l’avanzamento. In questo senso frutta fresca, verdura fresca, cereali, pane e pasta non devono mai mancare sulla nostra tavola.
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