pubblicato per il foglio Andremo subito a votare o ci sarà una guida per il paese? Questi gli interrogativi pre e post consultazione a Montecitorio tra il quasi-incaricato premier Bersani e i capigruppo 5 stelle, Lombardi e Crimi. Il colloquio s’è svolto tra l’imbarazzo e i pochi argomenti di una parte e la chiusura totale dell’altra. Parte la diretta. L’attesa è su cosa avrà da dire Bersani. I grillini si sa già cosa diranno. Un copione già scritto. E lo streaming in diretta web, simbolo di trasparenza secondo la ricetta di Grillo e Casaleggio, diventa una pantomima artificiale a parti invertite. Con un Bersani sempre più preoccupato e umanizzato: “Credetemi, bisogna essere degli insani di mente per volere mettersi ad affrontare la complessità di fronte alla quale il nostro paese si trova”. E la Lombardi che gli replica quasi ridendo: “Noi siamo gli insani di mente che vogliono governare. Abbiamo la credibilità per fare tutto questo. Lei sembra che stia parlando a ‘Ballarò’”. I portavoce grillini proclamano il Movimento 5 stelle unica formazione in Parlamento a poter ricoprire un ruolo di governo, e in virtù di questo si aspettano con candida schiettezza la fiducia da parte del Pd e del Pdl per un loro incaricato. Mentre il dialogo tra sordi si consuma, le agenzie di rating mettono ulteriormente sotto osservazione l’Italia. E che fanno i parlamentari del Movimento? Come tante formichine operose spulciano riga dopo riga i 20 mila curricula dei loro aspiranti collaboratori. Anche Paolo Barnard, ex giornalista di “Report”, viene contattato dall’agenzia di reclutamento del personale, il network Winner Group, per far parte della compagine a 5 stelle. Ma per quale Parlamento? Non si sa ancora se ci sarà un governo. “Mi hanno offerto di far parte dello staff degli eletti del M5s. Ma io non faccio nulla per la Casaleggio Associati. Un’azienda di marketing che controlla una setta di decorticati che distruggerà l’Italia, se ne avranno il tempo”. Un altro piano di lavoro poi è la comunicazione esterna. E dopo la nomina di Claudio Messora, Daniele Martinelli (in fretta ricusato dai meetup locali) e Andrea Incerti, tutti e tre poco compatibili con la realtà dei parlamentari, ecco arrivare un’altra crepa: Nicola Virzì, in arte “Nik il Nero da Bologna”, attualmente occupato come camionista, ma videomaker per passione fin dai primi passi del Movimento. Ha lavorato per breve tempo in regione Emilia Romagna con Giovanni Favia e poi è tornato alla sua attività originaria. Il videomaker è volato a Roma per occuparsi di comunicazione ma ha provocato una reazione molto dura di alcuni deputati e senatori. Almeno in due sono usciti dalla mischia sostenendo che se Nik verrà assunto loro si dimetteranno dal Parlamento. E poi “non c’è meritocrazia in questa nomina”. Contro Nik e la sua inadeguatezza a ricoprire un tale ruolo pare sia già in arrivo un dossier: sarebbe fautore di “divisioni e attacchi all’interno del Movimento”. E così il videomaker camionista, che da sempre agisce a testa bassa in appoggio a Grillo e Casaleggio, diventa il tema più sentito in questo delicato momento per il paese a 5 stelle. Un’altra frattura fra eletti e stregoni sembra destinata ad allargarsi, dopo che una senatrice (rigorosamente anonima) ha fatto trapelare la sua fronda contro Casaleggio: non deve essere lui il capo delle strategie decisionali. “Se volete fare come dice lui, accomodatevi”, ha detto ai suoi colleghi nella riunione di resa dei conti dopo l’elezione di Pietro Grasso alla presidenza del Senato. Quello che si comprende dalle parole di molti grillini restii a interrompere troppo presto la loro emozionante esperienza parlamentare, è che non c’è stata alcuna discussione aperta sulla situazione italiana e su un eventuale governo. Solo una linea politica decisa al vertice, e neanche trasmessa a voce a tutti gli eletti ma comunicata solo via blog. Intanto Grillo, dopo la consultazione con Bersani, dal suo sito spara l’ennesima bordata contro Pd e Pdl. Stanno qui “a raccontarci la favola che affidandosi a loro, alla loro esperienza e capacità e senso dello stato, si cambierà il paese. Questo dicono i padri puttanieri… Pdl e Pdmenoelle sono vent’anni che ci prendono per il culo e non hanno ancora il pudore di togliersi in modo spontaneo dai coglioni”. Altro che confronto interno, tutto viaggia nella direzione voluta da Grillo e Casaleggio. foto tratta da http://oltrelostretto.blogsicilia.it
Horacio Cain
Sulla base di questa politica, l’indennità percepita dagli onorevoli dovrà essere di 5mila euro lordi mensili, mentre il residuo dovrà essere restituito allo Stato insieme all’assegno di solidarietà (detto anche di fine mandato). Secondo il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Giovanni Favia, la decurtazione di 5 mila euro lordi dallo stipendio dei parlamentari sarebbe tuttavia inadeguata ai principi del movimento, in quanto si tradurrebbe in una riduzione di soli 2500 euro netti. In un’intervista rilasciata nel novembre 2012 ad alcuni quotidiani, Favia stima in 11mila euro mensili l’onorario previsto per un deputato 5 stelle, anche se non spiega come sia arrivato a dedurre tale cifra visto che essa comprende necessariamente rimborsi e diarie non forfettarie, dipendenti cioè da spese e costi che variano da parlamentare a parlamentare.