Se per molti imprenditori pende sulla testa una tassazione che può arrivare anche al 70% per altri, come a Bologna, a pagare sono sempre le tasche dei contribuenti. I “buchi” e i rischi d’impresa si coprono con bandi e fondi pubblici. Tanto nessuno controlla. Una nuova forma di business plan? Per chi è furbo si. E’ il caso Vitruvio
Il Comune di Bologna conferma che le società Artbit, QuiBologna e Tv Brain (intestate a collaboratori di Vitruvio) hanno commesso una serie di reati. Segnala alla Guardia di Finanza un anno fa, il 14.06.2012, queste tre società per aver compiuto azioni così gravi da revocargli i fondi pubblici del bando che avevano vinto.
In sostanza si fanno finanziare e rimborsare gli stessi beni, azione illegale e grave, dichiarano fatti “non veritieri”, trovano i beni di una società nella sede dell’altra, distolgono beni senza l’autorizzazione dell’Amministrazione, chiedono la copertura dei costi di gestione che in realtà sarebbero più bassi di quelli dichiarati. Ma non succede nulla o così pare. Non vengono attenzionati presso altri Enti come la Regione che gli eroga altri fondi perché le tre società si sono costituite in rete. Si fanno chiamare ‘Artemotion’. E prendono così 102 mila euro. Strana la coincidenza col debito ancora aperto di 101 mila euro col comune di Bologna. Ma perché preoccuparsi poi!
Le tre società continuano a lavorare con Vitruvio che ha in gestione dal Comune luoghi pubblici per far cassa con le sue attività turistiche; il “buco” col Comune lo possono sempre tappare coi soldi della Regione e coi controlli che non arrivano mai sembra un vero affare “l’impresa” qui a Bologna coi soldi pubblici.
Come mai nessuno ha mai controllato queste società? Se le società fossero state oggetto di un procedimento, per quanto non sottoposte a una qualsiasi condanna, sarebbero state comunque attenzionate e segnalate agli Enti pubblici e per loro sarebbe stato più difficile ricevere altri fondi. Dove sono finite le autorità giudiziarie?
Perché il Comune, che è un Ente pubblico, non si rivolge direttamente, come si fa di prassi per i pubblici ufficiali, alla Procura della Repubblica e manda una lettera a un ufficio della Finanza?
TvBrain di Maurizia Cocchi ha vinto i finanziamenti, poi revocati, anche per “una macchina per la risonanza magnetica al fine di analizzare e rendere più incisivo il linguaggio della politica”. Ma anche una quarta società la Moodwatcher di Silvia Mucci, sempre ideata da Bernardi, ha vinto i finanziamenti. Aveva come mission “la misurazione dei sentimenti” dei bolognesi
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