Bologna – La consigliera Federica Salsi ha depositato presso la Procura delle Repubblica e la Corte dei Conti regionale un dettagliato esposto sul caso Vitruvio e i fondi pubblici del Comune di Bologna e della Regione Emilia Romagna destinati a collaboratori della stessa. Fondi accreditati alle società Artbit, Qui Bologna e TvBrain.
Il testo molto articolato fa un analisi a 360 gradi e fornisce all’autorità giudiziaria i documenti contraddittori sulla singolarità di finanziamenti che forse non dovevano neanche essere erogati e le società denunciate per tempo. Il Comune ha chiesto la restituzione dei fondi erogati ma ha inviato una lettera alla Guardia di Finanza senza denunciare i fatti direttamente alla Procura delle Repubblica come dovrebbe fare un Ente e dei Pubblici ufficiali.
Nell’esposto della Salsi si evidenziano le incongruenze delle comunicazioni intercorse tra Comune e Guardia di Finanza. La consigliera invita l’autorità giudiziaria a valutare l’audizione testimoniale degli attori tra cui il generale Pezzuto, del comando della polizia tributaria e destinatario di quella comunicazione. Allo steso modo si chiede all’autorità giudiziaria di valutare se ci siano state delle condotte nella vigilanza e in eventuali ritardi di fatti costituenti reati. Su tutti emerge che tra gli accertamenti finali del Comune con l’accertamento degli eventuali reati, novembre 2011, e la comunicazione alla Guardia di Finanza, sono passati ben 8 mesi (in Italia si arriva alla prescrizione dei reti anche per questi motivi).
Le stesse società che devono restituire al Comune di Bologna 101.138 euro chiedono altri fondi alla Regione Emilia Romagna. E sapete che cifra hanno appena vinto in un nuovo bando appena erogato dalla Regione? 102.000 euro!
L’esposto apre a una serie di interrogativi su paralleli finanziamenti regionali con una serie di indicazioni relative alle fideiussioni presentate per l’ottenimento dei fondi e al fatto che come responsabile dei finanziamenti viene indicato sempre e solo il presidente di Vitruvio Gabriele Bernardi che indica come sua mail la posta elettronica ufficiale di una delle tre società. (guarda i documenti)
Si preannuncia dunque un seguito giudiziario e anche della magistratura contabile del caso. Nell’esposto si sospetta la sussistenza, allo stato apparentemente non notato da alcuno, di un vero e proprio reato associativo che potrebbe rappresentare solo la punta di un iceberg in materia di finanziamento pubblico alle imprese.
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