Nella realtà Grillo ha fiutato le difficoltà della sua creatura: senza una strategia, con poca capacità di dare concretezza ai programmi politici, completamente tagliata fuori dal dibattito pubblico. E così ha fatto sapere da settimane, ad amici e a chi gli è più vicino, che alla prossima occasione sarà più “astuto anche per il bene dell’Italia”. Non rifiutando un’offerta del Pd nel caso avesse i crismi di una proposta di riforme. L’ipotesi su cui ha fantasticato è una variante all’attuale governo Letta, che perdendo gli esponenti Pdl, sarebbe in grado di ricevere un momentaneo appoggio esterno del Movimento e dare vita a provvedimenti a “5 stelle” in grado, almeno sul breve, di far ripartire l’Italia e rendere protagonista il Movimento. Casaleggio, al corrente degli accadimenti, e anche dopo i retroscena apparsi in questi giorni ha rassicurato i suoi parlamentari più “fedeli” ripetendo che non ci sono cambi di strategia in vista. Poi ha fatto pubblicare sul sito di Grillo un nuovo intervento, negativo a ogni ipotesi di accordo con il Pd. Ma nei fatti, tra i due, sono le ipotesi di strategia possibili, a essere cambiate. Casaleggio: “A me non interessano i politici, interessa l’opinione pubblica”, aveva rimarcato nell’intervista a Nuzzi spiegando che “ci sarà uno choc economico nei prossimi mesi, problemi sociali e rivolte”.
Quindi i politici tradizionali non servono più, non c’è più bisogno di questo corpo intermedio per l’esercizio della democrazia. I parlamentari, come i 5 Stelle di oggi, sono solo dei portavoce delle istanze dei cittadini. L’attività politica si concretizza nella democrazia diretta e digitale. In contrasto dunque con le stesse intenzioni mostrate da Grillo che sente arrivare la richiesta di risultati tangibili di molti elettori del Movimento. Per Grillo, in questo momento il pericolo appare evidente: senza concretezza la forza elettorale dell’M5s potrebbe sgonfiarsi. Per Casaleggio l’identità del Movimento è fatta di una visione culturale che vende una concezione del mondo, un modo di sentirsi e di consumare, a zero compromessi e mediazioni. Per questo, e per raccogliere il consenso sull’onda della protesta anticasta, bisogna continuare sulla strada del muro contro muro e non rischiare di perdere consumatori/elettori. Ma le alleanze servono per far passare le proposte di legge del Movimento nelle commissioni e in Parlamento. Pena, l’inutilità dell’azione politica. Grillo non sembra convinto della vecchia strategia e con lui una schiera di parlamentari. Tanto da far pensare che la situazione stia solo covando sotto la cenere e non si sia risolta. Quando gli eventi esterni faranno definitivamente venire i nodi al pettine il Movimento potrebbe avere divisioni non rimediabili.
pubblicato su Il Foglio nazionale
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