di Antonio Amorosi su Liberoquotidiano nazionale del 22 Aprile 2014
Bon ton ed educazione sessuale! Altro che spending review e tagli agli sprechi. Mentre la crisi continua è stato appena pubblicato sul sito della Provincia Autonoma di Bolzano l’elenco completo degli incarichi esterni dell’ente. Nel solo 2013 la Provincia ha speso 8 milioni e 366 mila euro per 4.705 incarichi. E a leggerli non viene da pensare all’Italia dei giorni nostri ma alla Prima Repubblica.
Ci sono consulenze singolari quali i «corsi di bon ton per dipendenti provinciali» assegnate a Francesca Curi, per 13.400 euro. Forse perché il bon ton rappresenta un importante contributo all’evoluzione dell’ente, il corso si articola in varie fasi. C’è «il bon ton in ufficio», con due corsi da 1.600 euro cadauno, poi «il bon ton nelle mail» – qui la cifra cresce con tre corsi tra i 2.200 e i 2.700 euro cadauno- e il meno faticoso «il bon ton come approfondimento» con gli stracciati 1.600euro pagati.
Le mail sono importanti. E così il personale della Provincia ha potuto fare altri due corsi sul tema con Annamarie Huber. Uno su «come si scrive una mail» e l’altro sulla «comunicazione attraverso le mail», per complessivi 2.000 euro. A questi se ne aggiungono altri tre «sull’ortografia della lingua tedesca» e sulla «comunicazione con i cittadini».
Che a Bolzano ci sia l’obbligo per i dipendenti pubblici di scrivere e parlare fluentemente italiano e tedesco non mette in discussione il bisogno di un approfondimento ortografico. Ma non è solo il testo scritto a preoccupare i legislatori bolzanini. Per la voce parlata e per esprimersi in pubblico la Provincia ha assoldato l’attore Andrea Castelli per due corsi e un totale di 3.000 euro. Un punto fisso della giunta che con la docente Loredana Pancheri approfondisce il tema con altre lezioni tra cui:«Articolazione e linguaggio corretto parlando alla radio» che costa 3.300 euro.
GLI EX DIRIGENTI
Se fanno sorridere i corsi su «Come si gestire una telefonata di lavoro», di «Powertalking: dimmi cosa intendi e otterrai quello che vuoi» o di «Prevenzione del burn out», la sindrome che produce stress emotivo da disadattamento al lavoro, colpiscono di più i numerosi incarichi ad ex dirigenti in pensione.
Tra questi spicca quello a Karl Albert Kob, ex dirigente della sanità. C’è ogni anno e non ha mai smesso di lavorare. Altro che pensionato! Tra consulenze e assistenza incassa, solo per 2013, 27.000 euro a cui si sommano una serie di consulenze nell’ambito della non-autosufficienza da 54.700 euro.
AMORE E SESSUALITÀ
Ma anche l’educazione sessuale all’Intendenza scolastica è nei piani della Provincia con una consulenza di Hubert Fischer costata 3.700 euro,o quella intitolata «Amore, sessualità e relazioni nel contesto interculturale» di Lucyna Wronska per 2.107 euro. Capitolo più impegnativo quello degli incarichi affidati dalle partecipate.
Nel dedalo svetta il Cda delle Terme di Merano che dà consulenze allo studio legale Thurin-Vinatzer-Zeller per un totale di 145mila euro tanto più che, come indica una bella inchiesta scritta da Marco Angelucci per il Corriere dell’Alto Adige, l’avvocato Stefan Thurin è anche sindaco della stessa società. Medesime cifre imponenti per la Società Elettrica Alto Atesina, che solamente nel 2013 spende in consulenze legali 493.000 euro.
IL REDDITO
La crisi sembra aver solo sfiorato Bolzano. Il reddito per abitante è 22.400 euro, il più alto d’Italia (dato medio nazionale 17.600 euro). Così,mentre quello degli italiani crolla, i bolzanini vedono in un anno aumentare il proprio di ben +2,7 punti percentuali. Autonomia significa ottenere dallo Stato la gestione delle competenze e soldi.
IL BILANCIO
E la Provincia gestisce un bilancio annuale di 5miliardi, costituiti per la maggior parte dal gettito delle imposte versate dagli altoatesini (il 90%). Con il paradosso che la spending review di Mario Monti è andata a colpire i presidi delle forze dell’ordine, polizia e dei carabinieri in primis, sotto il controllo dei ministeri,e non le risorse dell’ente locale.Niente può smuovere i politici locali.Gli stessi che a marzo scorso finirono sotto l’occhio della Finanza (sempre a Bolzano) per l’acquisto di un vibratore con soldi pubblici. Molte regioni del nord avrebbero un saldo migliore se avessero le stesse condizioni della Provincia di Bolzano.
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