La campagna elettorale di Cécile Kyenge per conquistare un seggio al Parlamento Europeo è stata un potpourri di apparizioni con scorta e auto blu che sgommano in lungo e in largo nella circoscrizione Nord Est in cui è candidata.
Uno spolvero non da poco per l’ex ministro Pd, apparsa negli ultimi giorni in Friuli Venezia Giulia, Veneto e nella cittadina emiliana terremotata di Mirandola.
La Kyenge ha saputo indispettire tanti, e non solo per l’utilizzo di automobili pagate con soldi pubblici, ma anche per la prosopopea con la quale accoglie cittadini e contestatori. Come a Pordenone, dove non ha voluto nemmeno stringere la mano a un consigliere comunale leghista, reo d’essersi presentato ironicamente con tanto di titolo di laurea dicendo che «lui era abilitato a parlare», visto che proprio l’ex ministro aveva poche ore prima zittito il segretario lumbard Matteo Salvini perché «non ha neanche la laurea».
D’altronde «la Kyenge non lesina atteggiamenti da casta», così ci dice un ex parlamentare Pd di Bologna. E aggiunge: «Tutti la ricordano quando sfrecciò per le strade vietate della città», avendo attraversato l’isola pedonale del centro per poi fermarsi nel cortile d’onore di Palazzo D’Accursio, sede del Comune, interdetto alle auto e che neanche il presidente della Repubblica Napolitano aveva violato.
Dopo le proteste di alcuni consiglieri comunali, aveva parcheggiato direttamente in Piazza Maggiore, di fronte alla basilica di San Petronio, tra l’incredulità di turisti e passanti, visto che anche lì le auto sono vietate.
In precedenza, scalpore aveva destato il suo shopping in un lussuoso negozio nel centro di Roma, mentre una manifestazione di esasperate piccole e medie aziende sfilava per la capitale. Stesso stile di recente a Modena, parcheggiando in zona vietata.
Scene così tante volte ripetute in campagna elettorale da far chiedere a diversi utenti Facebook: «È normale che l’onorevole Kyenge usi l’auto blu, che paghiamo noi, anche per impegni non istituzionali,visto che si muove solo per la sua campagna elettorale?».
Stessa domanda posta da un bambino mesi prima, in una scuola media di Milano, a fronte del dispiegamento imponente della scorta dell’ex ministro. La risposta della Kyenge fu immediata:«Ricevo tanti attacchi e non solo parole. Per questo la scorta è d’obbligo».
Ma nonostante le disposizioni di sicurezza, che sembrano inevitabili, è ancora l’atteggiamento della Keynge a destare perplessità in molti.E così quando, nelle ultime settimane, compare sulla sua pagina Facebook e sul sito personale un appello in cui chiede sostegno economico per la campagna elettorale, immediata si scatena l’ira della rete e soprattutto del blog d’ispirazione grillina “Basta casta”, che critica duramente l’atteggiamento dell’ex ministro.
Il sito su cui campeggiano invettive virulente contro «i politici» ed esaltazioni acritiche del Movimento 5 Stelle, così riporta:«La tizia [riferendosi a Kyenge, ndr] porta a casa almeno 15mila euro al mese e non spende niente per i suoi spostamenti, visto che gode di scorta e auto blu. Non le bastano per farsi campagna elettorale». Da lì lo scatenarsi per lo più di offese e insulti razzisti. Frasi da neurodeliri come quelle di tal Ezio, «neanche un centesimo per questo babbuino», o di Pasquale, «negra di merda frustatela». Al centro spicca Fabio F., che con tanto di simbolo del Movimento Cinque Stelle e centinaia di post pro-Grillo pubblica un fotomontaggio con la Kyenge che diventa Dino, lo scimpanzé della famosa pubblicità televisiva del Crodino, e la frase «Dino dammi un crodino». E giù altre offese.
Articolo pubblicato su Libero Quotidiano nazionale il 23 maggio 2014
Lascia un commento