Per l’Europa il tempo è scaduto. Le élite non se ne rendono conto

C’è in giro per l’Europa una generazione senza futuro. Niente lavoro e nessuna prospettiva. Ma cinque anni di crisi economica non sembrano aver convinto l’Unione a cambiare marcia.

Vedremo se il nuovo Parlamento avrà capito. Eppure i cittadini, con le elezioni del 2014, sembrano aver dato un segnale chiaro.

La crisi ha indebolito il continente sia economicamente che politicamente. Tutta l’area del mediterraneo, dalla Grecia al Portogallo alla Spagna fino all’Italia, hanno reagito mettendo in moto forze estremiste e contraddittorie come Syriza e il Movimento 5 Stelle, per arrivare al caso dei neonazi di Alba Dorata.

In questi anni le economie della Germania e del Nord Europa si sono rinforzate anche grazie ad un euro forte. A danno delle economie deboli del sud ma anche di Francia e GranBretagna che se la passano male. Non sono un caso isolato gli esploit di Marine Le Pen con il Front National in Francia e la destra radicale di Nigel Farage con Ukip in Inghilterra, seguiti da altri movimenti nazionalisti in Danimarca e Austria

Tutti i movimenti emergenti hanno caratteristiche anticasta e mettono in discussione l’Unione. Le élite europee, Banca centrale europea in primis, sembrano non rendersi ancora conto che il tempo è scaduto. Non c’è moneta unica che tenga. Se non ci sarà capacità di lavoro, per le grandi masse di popolazione rimaste per troppo tempo fuori dal mercato, sarà dura pensare ancora ad un Europa possibile. L’Unione nata nel 1957 per contrastare la follia della seconda guerra mondiale e le logiche di supremazia nazionale è a un bivio. Ma per la stabilità occorrerà fare grandi investimenti strutturali e introdurre un’uniformità di azione politica. Per il nuovo Parlamento potrebbe davvero essere l’ultima occasione.

La foto è tratta da Il Corriere della Sera