La presente quale Presidente di Confartigianato Imprese di Bologna e in forza dei poteri conferiti dalla Giunta Esecutiva e dallo Statuto. Sul sito www.antonioamorosi.it (a Lei riconducibile sia per proprietà che per contenuti) sono stati pubblicati e messi on line video e testi di cui si allega, ai fini della loro identificazione, copia cartacea. Entrambi (video e commenti) contengono riferimenti a fatti e circostanze non vere.
In particolare: 1) non risponde a verità che Confartigianato abbia mai chiesto, e conseguentemente ottenuto, cassa integrazione per i suoi dipendenti; quindi ogni riferimento a tale circostanza, peraltro più volte ribadita sia nei video che nel commento, è falsa, fuorviante e suggestiva; 2) non risponde a verità che Confartigianato sia mai stata proprietaria della sede sita in Via Papini (se non indirettamente attraverso la detenzione del solo 10% delle quote della società Euro2000 S.r.l., reale proprietaria dell’immobile); 3) non risponde a verità che Confartigianato abbia mai avuto debiti IVA; 4) non risponde a verità che lavoratori dipendenti di Confartigianato vantino crediti derivanti dal loro rapporto di lavoro; 5) non risponde a verità che sia stato sottratto alcunché del patrimonio di Confartigianato così tale da rendere meno garantito il pagamento dei propri dipendenti.
Trattasi di circostanze facilmente accertabili soprattutto per chi, quale giornalista, ha il dovere di informarsi preventivamente circa la fonte e la veridicità di ciò che viene pubblicato. Inoltre, la modalità di presentazione delle “notizie” (associazione di foto, commenti, etc.) è assolutamente informata alla volontà di attribuire a Confartigianato (e in particolare al suo legale rappresentante, Gianluca Muratori) comportamenti che violino norme imperative e comunque tali da ingenerare nel lettore la convinzione di una responsabilità in capo a Gianluca Muratori per fatti illeciti.
La invito quindi anche ai fini dell’articolo 8, Legge 47/1948 (disposizioni sulla stampa) a pubblicare sul Suo sito la presente rettifica con gli stessi caratteri del testo da Lei utilizzati, indicando il seguente titolo: «Precisazioni di Confartigianato» e senza Suoi contestuali ulteriori commenti. La informo inoltre che ho dato mandato a legali di valutare se quanto pubblicato sul sito e riferibile a Confartigianato costituisca, tra l’altro, come credo, una lesione dell’immagine di Confartigianato, al fine di quantificare ogni danno che fin da ora Confartigianato si riserva di richiederLe.
Gianluca Muratori
La rettifica scritta di Muratori, che ha preferito non rispondere alle nostre domande, non smentisce in alcun modo quanto pubblicato precedentemente. In merito i nostri testimoni confermano quanto dichiarato in precedenza che è scritto esplicitamente: «il tutto è avvenuto nelle società di servizio Capsa e Satab», in quanto società di servizi di Confartigianato.
Sul testo inviatoci dal presidente di Confartigianato abbiamo chiesto un ulteriore parere all’ex direttore Agostino Benassi
«Avendo una buona conoscenza dei sistemi associativi e in particolare della Confartigianato posso dire che: Le società di servizi come SATAB e CAPSA sono promosse dalle associazioni, in questo caso Confartigianato, con delibera degli organi dirigenti per fornire servizi ai propri associati e per concorrere al raggiungimento degli obiettivi economici, politici e sociali previsti dallo statuto dell’ associazione. Non di rado, in passato, era fatto obbligo, direttamente nello statuto, ai soci dei consorzi, di iscriversi alla Confartigianato (anche lo statuto di SATAB recitava cosi).
Va poi precisato che quasi mai vi è separazione netta fra personali che presta servizi e personale che svolge attività sindacale e di conseguenza fra personale dipendente dai consorzi e dall’associazione»
Lorenza
Non riesco proprio a capire come si possa negare l’evidenza e travisare consapevolmente ciò che viene scritto e detto su questa vicenda. La Confartigianato era a perfetta conoscenza di quanto stava succedendo e come dichiarato nel secondo video, all’evento congressuale dopo l’approvazione del bilancio 2010, quando Stefano Serini fece certi affermazioni erano presenti Muratori e i presidenti dei consorzi C.A.P.S.A. e S.A.T.A.B., molti soci e molti dipendenti anche di Confartigianato. E’ vero, come afferma Benassi che i dipendenti CAPSA, SATAB e Confartigianato si mescolano nelle varie funzioni. A riscuotere le tessere Confartigianato erano i dipendenti dei Consorzi. I dipendenti dei Consorzi al telefono si presentavano come Confartigianato, l’insegna fuori dai nostri uffici è Confartigianato. Le aziende clienti dei consorzi erano obbligate ad associarsi a Confartigianato. Quando venne imposto alla maggior parte dei dipendenti CAPSA, che si occupavano di ben altri servizi, il lavoro di marketing ci si presentava come Confartigianato.
Che l’associazione e il suo presidente, il suo segretario si assumano le loro responsabilità. Lo troverei più dignitoso.