Terremoto politico in Emilia Romagna. Vasco Errani si è dimesso da governatore dopo essere stato condannato ieri a un anno dai giudici della Corte di Appello di Bologna per il caso Terremerse.
Se vuoi leggere l’articolo di Antonio Amorosi lo trovi in edicola su Libero Quotidiano del 9 luglio 2014 IN PRIMA PAGINA
Aggiornamento ore 21.20
Nel 2006 la cooperativa Terremerse, presieduta dal fratello Giovanni, riceve il finanziamento di un milione di euro dalla Regione per una cantina vinicola a Imola pur non avendone i requisiti, visto che non era stata ancora costruita.
Il Giornale fa esplodere il caso dopo la denuncia di un consigliere regionale di An-Pdl, Gioenzo Renzi. In sintesi: come fa Vasco Errani a non sapere del milione alla coop del fratello Giovanni che non ha i requisiti? La vicenda rimbalza su tutti i giornali. Aperta l’indagine giudiziaria, il governatore reagisce con una relazione, che sottoscrive di suo pugno, di due dirigenti, in cui si dice che non ci sono irregolarità e manda tutto in Procura.
Le irregolarità invece ci sono. Giovanni Errani attualmente è a processo in primo grado per truffa. A Vasco è stato chiesto di rispondere per falso. Assolto in prima grado, nell’Appello il procuratore Miranda Bambace ha convinto un collegio di giudici che Errani sostenne il falso e avrebbe fatto pressioni sui dirigenti.
Condannato a un anno con la sospensione condizionale della pena. Il pm aveva chiesto due anni.
Mezzora dopo la sentenza il governatore si è dimesso così come aveva minacciato di fare. «E’ un momento di amarezza» ha commentato «ma per prima cosa non parlo di me. Parlo della Regione, perché il mio compito è tutelare l’istituzione, il suo onore» continua in un comunicato. «Le mie dimissioni sono dunque puramente un gesto di responsabilità» scrive. E chiude: «Rivendico il mio impegno e la mia onestà lungotutti questi anni. E la mia piena innocenza anche in questo fatto specifico.
Presenterà ricorso». «Ricorreremo in Cassazione. Si tratta di una sentenza a mio avviso sconcertante», dichiara il legale del governatore, l’avvocato Alessandro Gamberini.
Vasco Errani, uomo forte dell’ex segretario Pierluigi Bersani,di cui era stato assessore quando questi era presidente delle Regione, lascia il ruolo che ininterrottamente ha ricoperto per quasi 15 anni, a meno di 12 mesi dalle elezioni regionali. Condannati con lui, a un anno e due mesi, i direttori Filomena Terzini e Valtiero Mazzotti. Un colpo durissimo al Pd e all’Emilia Romagna, sua regione simbolo, che innesta immediate reazioni politiche.
A poco serve l’appello della segreteria nazionale del Pd a ritirare le dimissioni: «Lo invitiamo a riconsiderare le sue dimissioni. Tutto il Partito Democratico conferma la stima nei suoi confronti».
Mentre i leader del partito fanno quadrato e parlano di «onestà» e «rettitudine» del governatore. L’attacco frontale arriva dal M5S: «La vicenda Terremerse segna la fine di un’era» , scrivono i grillini in un comunicato. «Quella del connubio tra politica, amministrazioni compiacenti e cooperazione. Oggi finisce una dittatura culturale». I pentastellati chiedono «alla magistratura di verificare come mai dal Comune di Imola siano uscite, negli anni, due copie dello stesso atto, una con la correzione e l’altra senza. E cioè chi, quando e perché abbia alterato un atto pubblico relativo alla cantina di Terremerse. Insomma, l’indagine vada fino in fondo, oltre la condanna e le dimissioni di Errani»
In Regione intanto si è creato il panico. Si è riunita la Giunta ma senza Errani. «Sono solo sconcertato» è, il commento dell’assessore ai trasporti Alfredo Peri. A via Aldo Moro, sede della Regione, ora si aspetta la formalizzazione delle dimissioni del governatore. Subito dopo decadrà la Giunta e si scioglierà l’Assemblea, che rimarrà in carica solo per l’ordinaria amministrazione. Il governo poi indirà le elezioni entro tre mesi.
E già si parla del sostituto di Errani. In pole position ci sono i candidati del Pd Matteo Richetti, ora deputato che da presidente dell’assemblea regionale aveva fatto da apripista a Renzi in Emilia-Romagna, e Stefano Bonaccini, segretario regionale uscentee responsabile Enti locali nella segreteria. Entrambi fanno parte di quella che in gergo viene definita la cordata vincente del Pd renziano. Quella di cui Errani non fa parte.
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