Tutti i retroscena dalla fuga di notizie che inquina l’inchiesta, sulle minacce al sindaco Pd, fino alla retromarcia improvvisa del sindaco candidata in continuità con decenni di cementificazioni massicce. Tutto in salsa emiliana
Dopo Mafia Capitale il Pd sembra andato in panne. E’ quanto emerge da un caso tutto emiliano, a San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna. Il sindaco Pd, Isabella Conti, è stata minacciata per la sua opposizione al mega progetto di cementificazione di una vasta area locale, Idice. L’opera deve essere realizzata da una cordata di colossi cooperativi e imprese, Coop Costruzioni, Coop Cesi (in liquidazione), Palazzi Srl e Astrale Srl. 582 alloggi più una scuola e un centro sportivo. Un caso interno alla sinistra emiliana tra partito, amministratori e filiera economica di riferimento.
«Vuole che le capiti qualcosa?».«Cosa sta facendo il sindaco? Se continua così, potrebbe anche succedere un incidente». Queste in sintesi le parole ricevute da Isabella Conti che sarebbe stata raggiunta da telefonate, sms e avvertimenti indiretti. Lei si presenta dai carabinieri e sporge denuncia.
Il progetto di costruzione in questione viene pianificato 7 anni fa. Chi vi scrive ha prodotto diverse inchieste sul tema «spiegando» i dettagli del mostro edilizio. Negli anni la cittadinanza di San Lazzaro e le opposizioni, capeggiate dalla lista «Noi cittadini», manifestano duramente contro il piano definito «Colata». Ma il progetto va avanti fino all’approvazione nel 2012. I lavori però non partono. La crisi economica si fa più dura. Si bloccano i cantieri. Fallisce il colosso cooperativo Cesi di Imola. Non viene presentata la loro parte di fideiussione. L’evento fa nascere il decadimento del progetto, proposto dal nuovo sindaco appena eletto: Isabella Conti. Dieci anni alle spalle da consigliera dei Ds-Pd e uno da assessore al bilancio, è entrata in Comune a 21 anni, ma di lei non si ha memoria d’interventi. «Dell’approvazione di parte del piano descritto sì, ma in buona fede», dicono ambienti a lei vicini.
Fino a prima delle elezioni in sodalizio con l’ex sindaco Pd, Marco Macciantelli, e i suoi dirigenti che invece hanno pianificato e difeso a spada tratta le edificazioni «Comune-coop». L’ex sindaco che poi l’ha candidata al vertice del Comune in continuità col suo mandato decennale. Giovane speranza dell’apparato Pd, il sindaco Conti, dopo le minacce si è chiusa nel silenzio stampa (almeno è quello che dice a noi, poi scopriamo che con gli altri parla, ndr scritta il 4 gennaio 2015).
Il gioco è scappato di mano. A fine gennaio Conti chiederà a maggioranza e opposizione di votare per la decadenza del Poc (Piano operativo comunale) che dà il via libera all’edificazione. Coop costruzioni reagisce: «Adiremo le vie legali». Annunciando anche che sono pronti a far causa al Comune per 20 milioni di euro. Il sindaco Conti replica che «in mancanza di fideiussioni», dunque di coperture, non si può procedere alla realizzazione di un’opera pubblica di tali dimensioni. Poi le minacce.
Ma i dettagli della denuncia del sindaco finiscono sulle prime pagine di Bologna de Il Resto del Carlino e de Il Corriere. Quest’ultimo racconta come «la frase dal sapore mafioso sarebbe stata pronunciata da una persona che si può definire un consulente del Comune di San Lazzaro, una persona di area Pd… non sono state rivolte direttamente al sindaco, ma a un’altra persona, un dipendente del Comune che poi gliele ha riferite». Tra queste e gli sms, un profluvio di fughe di notizie, ancora non ben chiaro da dove, che sembrano aver in parte inquinato l’indagine e avvertito i colpevoli o presunti tali. Non ci sono ancora ipotesi di reato perché le parole minacciose vanno verificate. Ma la denuncia è oggetto di un fascicolo affidato al pm Rossella Poggioli, in questo momento in ferie, e seguito dal procuratore aggiunto Valter Giovannini.
«Diamo la nostra solidarietà al sindaco ma questo non nasconde il passato. Voteremo con lei se istituirà una commissione di inchiesta per svelare tutte le responsabilità in capo al Comune» dice il capogruppo di Forza Italia Samuele Barillà. Dal sindaco sembra pronto l’ok.
di Antonio Amorosi a pag. 11 su Libero Quotidiano del 3 gennaio 2015
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