Chi va in un altro Paese è tenuto a rispettare le regole vigenti in quel Paese. Non ci dovrebbe essere bisogno di ribadirlo. Ma in Italia nulla è scontato.
L’articolo 129 del codice di procedura civile stabilisce quali siano nei tribunali italiani i «doveri di chi interviene o assiste all’udienza: non può portare armi o bastoni e deve stare a capo scoperto e in silenzio».
Durante un’udienza del tribunale amministrativo dell’Emilia Romagna il giudice fa uscire una praticante che non si toglie l’hijab. Lei: «Discriminata perché islamica». Ma la norma impone il capo scoperto. Alla fine, però, il presidente del foro cede: sì all’indumento.
Al di là dell’applicazione della norma in occidente si combatte una battaglia strisciante condotta con dolcezza per ottenere il diritto alla hijab e agli altri veli islamici. L’operazione ricorda quanto è avvenuto a Teheran dopo la vittoria di Khomeini. Prima le donne giravano a capo scoperto, poi la moda dei copricapi e infine l’obbligo per le donne. Per una parte delle comunità occidentali il nostro mondo sta andando nella stessa direzione?
articolo di Antonio Amorosi e l’editoriale del direttore Maurizio Belpietro, in prima pagina e a pag. 2 in edicola oggi 18 gennaio sul quotidiano La Verità
ps. Alcuni ce lo hanno segnalato. Per motivi giornalistici si è semplificato il termine “codice di procedura civile” con codice civile.
Simone
è il codice “di procedura” civile.