A Bologna esiste il problema dell’aumento della microcriminalità e dei reati contro la persona.
Il degrado urbano e la mancata fruibilità di molti spazi pubblici sono cresciuti mentre i leader politici erano interessati per lo più a campagne mediatiche strumentali. L’Amministrazione deve porre come prioritaria l’attenzione verso un ritorno a una sicurezza diffusa in grado di far sentire protetto e accolto il cittadino.
Questo degrado è solo il picco di processi più profondi che hanno trasformato il vivere civile della città. E’ necessario sostenere la lotta contro la corruzione, l’affarismo, il clientelismo, le connivenze e i conflitti d’interesse all’interno dell’Amministrazione Pubblica che si sono amplificati facendo emergere tra i tanti problemi il fenomeno più grave e sconosciuto dell’espansione della criminalità organizzata.
A riprova di ciò bisogna ricordare che a Bologna il progetto di ristrutturazione di Piazza Maggiore degli anni ’90 è stato firmato anche da una società di proprietà della Camorra, la “ICLA” di Napoli, così come la Pinacoteca delle Belle Arti è stata ristrutturata dalla stessa società; la biblioteca Casa della conoscenza di Casalecchio di Reno è stata costruita da una società calabrese a cui è stato negato il certificato antimafia; il servizio a terra dell’Aeroporto di Bologna era fino a poco tempo fa gestito da un ex killer della ‘ndrangheta; attualmente la municipalizzata Hera ha costruito una azienda con una società coperta da segreto fiduciario (cosa vietata ad un ente a controllo pubblico) e controllata dall’ex sottosegretario all’economia Cosentino per il quale è stato chiesto l’arresto per concorso esterno in associazione camorristica; il 10 % delle imprese edili di Bologna proviene dalle aree tra Caserta e Napoli in cui i Casalesi hanno un controllo capillare del settore.
Un sistema di trasparenza reale dell’Amministrazione Pubblica potrebbe eliminare le storture di un sistema inquinato, ma anche attivare l’attenzione dei reparti investigativi e dell’Autorità giudiziaria. Occorre controllare con maggiore puntualità gli appalti, i subappalti, le consulenze e gli incarichi affidati a trattativa privata dagli Enti Locali, monitorare costantemente le forniture, verificare le operazioni ed i lavori seguiti dalle società a partecipazione pubblica, le concessioni edilizie così come le licenze commerciali al fine di contrastare la penetrazione criminale nell’economia locale e le clientele dei partiti che hanno lottizzato la vita pubblica e trasformato l’interesse collettivo in affari privati.
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