SAN LAZZARO – SEQUESTRO CANTIERI CIPEA (IL PRESIDENTE DEL CONSORZIO CIPEA E’ COINVOLTO NELL’AFFARE DELBONO) – INTERVENTO DELLA PROCURA


Clamoroso! Forse una delle prime volte in assoluto dopo tanti anni di nulla, di omertà, di silenzio, di leggi violate e di reati commessi. Sequestrato dalla Squadra Mobile il cantiere Cipea-Idroter di via Galletta a San Lazzaro. Fatto già oggetto di denunce anche dal nostro blog. Sono trenta appartamenti quasi ultimati, per i quali si era parlato di denaro chiesto in nero da un venditore. Ora arrivano i sigilli per abusi edilizi. Uomini della sezione criminalità organizzata della Mobile e due pattuglie dei vigili di San Lazzaro ieri hanno chiuso tutto, dopo aver dato a Giampaolo Cavicchioli, 74 anni, presidente Idroter, ditta esecutrice dei lavori, l’atto di sequestro del cantiere che, in base all’articolo 369 del codice di procedura penale un avviso di garanzia. Gli stessi avvisi firmati dai pm Rossella Poggioli e Claudio Santangelo sono arrivati al direttore dei lavori Aldo Noacco, 59 anni,consigliere indipendente del PDL e membro della commissione urbanistica e al presidente di Cipea Holding Gianluca Muratori, che è anche direttore di Cipea e presidente di Confartigianato, già indagato per corruzione (186 euro di biglietto aereo) nei confronti di Flavio Delbono; ma sembra che il capitolo d’indagine si stia aviluppando ad altri accadimenti affini. Cipea Holding, in questo cantiere all’incrocio con la Val di Zena, è il soggetto attuatore e proprietario dell’area. Idroter è l’impresa esecutrice. Cipea (non indagata) l’appaltatore.

Agli avvisati vengono contestate difformità di realizzazione, in base alle disposizioni in materia edilizia del 2001. Si contesta che sia stato realizzato un vano al piano cantine che non doveva esserci, alzate le altezze dei sottotetti, portati al livello dei sottotetti impianti non progettati, ingranditi due appartamenti. Una storia, quella degli abusi, che si ripete negli anni. Il costruttore Cavicchioli si difende: “Se questo palazzo ha degli abusi bisogna abbattere tutti i cantieri d’Italia. Se non avessi fatto certi lavori nelle cantine crollava tutto. Di edilizia bisogna intendersene”. C’è da preoccuparsi visti tutti i palazzi che a San Lazzaro sono privi di collaudo statico!

E’ questa una prassi consolidata come avevamo ricordato.

Gli abusi erano stati segnalati in lettera anonima all’avvocato bolognese Michele Facci, e da questi girata alla Procura. Forse qualcosa sta cambiando anche grazie a chi anche nel clima omertoso locale cerca con coraggio di fare il proprio dovere. E’ l’inizio.

4commenti
  1. Cristoforo

    16 novembre 2010 at 18:50

    Sorge spontaneo domandarsi se nella contestazione di abusi edilizi gravissimi di oggi non vi sia un filo unico ch eleghi piu’ storie di malaffare nello stesso territorio .
    L’edilizia convenzionata a San lazzaro di Savena è il prodotto delle piu’ bieche speculazioni su fasce deboli . E’ il territorio dove oggi piu’ di ieri è possibile ogni via illecita . Lo dicono le carte .
    Ancora imbrogli , ancora volumetrie modificate in case popolari , ancora atti falsificati , bugie , complicità e omissioni .
    E ancora soldi in nero , finti contratti di appalto , famiglie allo stremo .
    E un Sindaco che non accenna a dimettersi nel silenzio del “sistema” che plaude alla legalità e fa affari nelle penombre.Che edifica su suoli inquinati e inaugura con i propri Assessori case senza abitabilità sovvenzionate dalla Regione Emilia Romagna.
    Tutti insieme : Destra e Sinistra . Sinistra e Centro .
    Ci chiediamo chi abbia garantito tale impunità e perchè oggi la Giustizia persegue reati che solo ieri , seppure identici, non vedeva.
    Chi ha ucciso la legge a Bologna ? la risposta è nei fatti.

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  2. admin

    17 novembre 2010 at 12:56

    Oggi sembra certo che ci sia anche un finanziere indagato per corruzione. Si aggirava sempre per questo cantiere, si dice: sembrava gli stessero a cuore i lavori per la realizzazione di quei trenta appartamenti in via Galletta. Il sottufficiale avrebbe infatti concordato l’acquisto di uno degli appartamenti pur non avendone i requisiti perché quelle case vanno assegnate secondo i criteri dell’edilizia convenzionata. E lui una casa a Bologna ce l’ha già, quella quindi non potrebbe averla. Adesso, sul finanziere grava la pesante accusa di corruzione. L’ipotesi della Procura e della squadra mobile è che l’appartamento sia il tornaconto di uno o più favori, come l’insabbiamento di irregolarità che avrebbe dovuto denunciare in via Galletta. Ma tutto il quartiere ha una marea di abusi insanabili e di palazzi con problemi col collaudo statico. Gli appartamenti di via Speranza ne sono un esempio clamoroso. Non sarà questo che viene messo sotto indagine oggi un sistema!?

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  3. Cristoforo

    3 dicembre 2010 at 21:56

    Pubblichiamo opportunamente e su questa pagina della nostra rubrica la lettera dell’ex Sindaco di Bologna alla cittadinanza….
    Qualcuno ha riconosciuto a Delbono la dignità delle dimissioni.
    La casta dei samurai, si squarciava il ventre con la spada, come gesto di protesta per un’infamia subita, di cordoglio per la morte del proprio signore, per un grave lutto nazionale e similia .
    La pratica del Harakiri dentro questa lettera? No.Tutt’altro . Anzi a noi pare francamente vi sia l’ennesimo atto di spregiudicatezza in certe parole. Nessun samurai ..solo un ex Sindaco e le miserie di una politica senza freni morali.
    “Dopo molti mesi di silenzio, vorrei indirizzare alla città di Bologna alcune riflessioni sul caso “Delbono”. Senza pretendere di ricostruire le vicende giudiziarie che mi hanno coinvolto, né di modificare convincimenti più o meno sedimentati, vorrei semplicemente dire qualcosa su una vicenda personale, drammatica e dolorosa, che ha purtroppo segnato anche la vita della nostra città. Non ho mai parlato, né intendo farlo ora, delle miserie che spesso accompagnano la rottura di relazioni personali. Nonostante tali relazioni diventino talvolta oggetto di curiosità morbosa, resto convinto che la riservatezza sia una virtù. Anche per questo credo di avere commesso due errori imperdonabili, come persona prima ancora che come amministratore: ho mischiato per un periodo la mia attività pubblica con la mia sfera privata; e non ho compreso in tempi il cinico opportunismo di chi era parte di quella sfera. Non c’è giustificazione in tutto ciò, non ne offro, non ne cerco. Eppure, se ho sbagliato, commettendo fatti che, in nove anni, hanno comunque cagionato un danno assai inferiore a quei 20 mila euro che mi vengono addebitati, vorrei gridare a testa alta la mia totale e assoluta estraneità ad accuse che ancora gravano su di me. In particolare, c’è un’inchiesta in corso che mi vede indagato di corruzione, un’accusa tanto infamante quanto infondata. Non ho mai preso mazzette. Ho vissuto 15 anni di esperienza politico-amministrativa con spirito di servizio, mettendo a disposizione le mie competenze di economista, onorato di servire la mia regione e la mia città. Bologna, nel mio breve mandato, non è stata amministrata da un Sindaco corrotto, e mi auguro che la verità emerga rapidamente. Non sono la mela marcia della politica locale. Nonostante il fiume di illazioni infondate, spesso in mala fede, magari apparentemente verosimili nelle circostanze ma false nelle conclusioni, vorrei tranquillizzare i bolognesi e i tanti amici e collaboratori che hanno contribuito alla straordinaria vittoria delle scorse elezioni. Non avete votato e sostenuto un bandito o un corrotto, ma un uomo che ha cercato di operare al meglio nel governo locale, senza timori reverenziali nei confronti dei piccoli e grandi poteri. Forse anche questa indipendenza e autonomia al servizio esclusivo dei cittadini non è stata gradita da tutti. Non evoco complotti, né mi propongo come vittima; voglio solo segnalare come la mia vicenda e la mia persona siano state oggetto di un vero e proprio “massacro”.

    Le mie dimissioni volevano evitare un disagio alla città, perché ero consapevole che ogni decisione sarebbe stata filtrata attraverso una lente deformante. Mi sono dimesso anche perché ingannato, come molti, dalla possibilità di un voto rapido che limitasse la durata del commissariamento, vista l’ovvia inadeguatezza di una gestione ordinaria rispetto alle grandi sfide che attendono da tempo la nostra comunità. Dire tutto questo oggi può apparire contraddittorio con la decisione di patteggiare questa mia vicenda giudiziaria. Patteggiare equivale ad un’ammissione di colpevolezza. Per quel che mi riguarda, ciò è vero solo in parte. In realtà, su questa decisione hanno pesato, da un lato il rischio che i tempi lunghi dell’iter giudiziario, possano ulteriormente compromettere la mia fisionomia professionale, dovendo inoltre sostenere i costi, non solo economici, di un processo; dall’altro la volontà di restituire rapidamente un po’ di serenità ai miei cari. Finire in un’inchiesta come quella che mi ha colpito significa anche trovarsi a scegliere tra inseguire una verità più aderente ai fatti, rischiando un disastro professionale, economico e personale, oppure adattarsi ad un patteggiamento che mi rovescia addosso molte più colpe di quelle che ho. Non ho ostacolato la giustizia, né arrecato alla Regione danni economici nella misura che mi viene attribuita. Dei miei errori, per i quali chiedo scusa alla città, ho pagato il prezzo politico dimettendomi a febbraio; ho pagato il prezzo economico risarcendo la Regione, danno d’immagine incluso; pago il conto con la giustizia patteggiando una condanna. Ringrazio le tantissime persone che in questi mesi non mi hanno fatto mancare simpatia, stima e solidarietà. Il tempo è più galantuomo di tanti frettolosi e interessati inquisitori mediatici e dimostrerà la reale dimensione degli avvenimenti che mi hanno travolto.”

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  4. giuseppe

    3 dicembre 2010 at 23:34

    A Bologna il sindaco si è dimesso è ha restituito circa 50.000 euro.
    A Zocca sl fratello del sindaco hanno consentito di andare in pensione prima di denunciarlo.
    Questo signore ha trattenuto parte degli oneri urbanistici, il danno è stato quantificato in un milione e mezzo di euro.
    Il geometra all’urbanistica ha usato questo sistema per tutto il tempo che ha ricoperto il suo incarico.
    Ho cominciato sei anni fa a denunciare irregolaritò che coinvolgevano amministratori e probabilmente anche funzionari comunali.
    Dopo essere stato cacciato dal Partito e minacciato ripetutamente di querele, ho visto condannato il fratello del sindaco.
    il fatto che io denunciavo altre irregolarità, perchè gli inquirenti non hanno indagato su tutto?
    Non si doveva lasciare al sindaco la possibilità di nominare un avvocato che doveva fare gli interessi del contribuente e in realtà ha levato le castagne dal fuoco ai fratelli, uno sindaco e l’altro funzionario indagato.
    Il processo è stato un pò strano, esiste però la possibilità di continuare nell’opera di “pulizia”, un’opera, per la verità, mai iniziata.
    Un modo semplice, semplice, è quello di prendere in mano la contabilità di alcuni Enti, cooperative e Società sportive, collegati al comune di Zocca, continuando si arriva molto in “alto”.
    Quegli Enti che prendono finanziamenti dal comune.

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