Vincenzo Barbieri, importante narcotrafficante internazionali residente a Bologna è stato ucciso sabato 12 Marzo in un agguato in provincia di Vibo Valentia. Pregiudicato, il cui principale giro di affari si muoveva sull’Emilia se ne andava a piede libero in giro per la Calabria. 20 colpi sparati con un fucile a pallettoni ed una pistola calibro 7.65 l’hanno trucidato in pieno giorno e in mezzo a una folla che si recava in un vicino centro commerciale. Il gruppo di fuoco ha agito a volto coperto e la pioggia fuoco ha lievemente ferito a un piede anche un passante trovatosi. Il gruppo era composto da almeno due killer che scesi da una macchina di grossa cilindrata hanno esploso raffiche all’impazzata davanti a una tabaccheria poco fuori dal centro calabrese. La scelta di ucciderlo in mezzo a una folla sembra un messaggio lanciato a gruppi rivali e agli inquirenti. Ma anche un segnale inquietante di una possibile guerra di ‘ndrangheta che potrebbe scatenarsi nei prossimi tempi ed avere ripercussioni anche su Bologna e l’Emilia. Le modalità dell’assassinio e le dinamiche connesse fanno apparire Barbieri alla luce degli attuali avvenimenti come un tassello più importante di quanto fin qui compreso da una parte degli inquirenti. E il fatto che nei suoi confronti non fossero scattate misure cautelari restrittive un motivo di ulteriori preoccupazioni.
Era stato arrestato il 26 Gennaio scorso nell’ambito dell’operazione “Decollo Ter” che è intervenuta su un traffico internazionale di cocaina che coinvolgevano Italia, Spagna e Australia. Barbieri, 54 anni, arrestato insieme ad altre due persone residenti nel bolognese era stato presto scarcerato. Ritornato a casa a San Calogero, nel vibonese, sarebbe presto rientrato nel capoluogo emiliano dove aveva trasferito i suoi affari e dove viveva in regime di libertà vigilata, dicono gli inquirenti.
Durante la notte i carabinieri hanno interrogato diversi soggetti al fine di individuare una pista credibile per comprendere appieno il significato dell’agguato.
Gheddo
Salve Antonio!
In relazione a quanto scrivi, voglio rimarcare le ultime disavventure della Bocassini con Giuseppe Flachi e Paolo Martino del clan De Stefano: 35, per adesso, sono in gabbia ma se pensiamo ai contatti con Mora, Casadei e il ‘tronista’, la balotta si fa grossa e gli intrecci da far paura.
Ad Maiora
admin
Grazie Gheddo. Sei un faro in questa coltre di banalità.
Ad Maiora…ci vuole proprio. Un abbraccio
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