CON GLI OCCHI FUORI DALLE ORBITE


Ricordate l’incendio in via Larga 54 a Bologna? E’ una disgrazia che potrebbe capitare a ognuno di noi. E vorremmo essere soccorsi e aiutati se il nostro alloggio restasse temporaneamente inagibile per esalazioni (guarda la relazione Ausl). Gli abitanti del palazzo di via Larga sono invece ancora per strada dopo essersi persi nel dedalo della cosa pubblica in cui ogni ufficio ti scarica a un altro. Il Comune di Bologna e l’impresa gestrice, Acer, una mega azienda a controllo pubblico, sostengono di non saperne niente, di non aver ricevuto niente e di aver fatto quello che dovevano. Il Comune è anche proprietario degli alloggi inabitabili. Oltre alle telefonate fatte dai condomini per chiedere un alloggio sostitutivo ecco il fax inviato da uno dei legali all’Acer giorni fa. corrispondenza Acer 12-10-11 Ma tutto resta immutato. Per Acer è difficoltoso anche ricevere una telefonata o un fax, figuriamoci per il Comune di Bologna prendere una decisione sulla base di un proprio regolamento. Una persona che ha subito un incendio o che ha un alloggio in condizioni sanitarie inidonee dovrebbe essere trasferita in un altro. Ma non accade. E’ una cartolina per un città in declino e una classe dirigente impresentabile. Un esempio palese di come lavorano molte imprese pubbliche che oltre ad essere carrozzoni inefficienti (con qualche centinaia di dipendenti in questo caso e migliaia in altri) e consigli di amministrazione in cui piazzare i propri uomini di partito rappresentano ben poco altro. Ma è anche l’annoso problema del costo della Pubblica Amministrazione italiana. La strada maestra sarebbe licenziare e ragionare sull’efficienza delle strutture e i meriti di chi far lavora e per cosa. Ma chi dovrebbe prendere queste decisioni e razionalizzare? Se i dirigenti di queste organizzazioni, che guadagnano stipendi esorbitanti per le loro capacità, sono quasi sempre entrati per nomina diretta o con appoggio politico? E quindi hanno tutto l’interesse a tenere il sistema così come é?

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