Incendi a catena a Pavia. L’incubo della ‘ndrangheta


Cinque incendi in dodici giorni a ridosso delle amministrative comunali di Pavia e provincia. Sta crescendo la preoccupazione nel pavese dopo la serie di eventi incendiari scatenatisi tra il 12 e il 24 aprile scorsi. Non si è ancora sopita l’eco dell’operazione Crimine-Infinito, la maxi-inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di un paio di anni fa sulla penetrazione della ‘ndrangheta calabrese in Lombardia, che gli strani incendi hanno ridestato non pochi sospetti.

L’indagine della DDA ebbe tra gli epicentri propria la città di Pavia portando il direttore dell’Asl Carlo Chiriaco, reggino di nascita, alla condanna, in primo grado, a 13 anni di carcere. Secondo l’accusa faceva da «cerniera» tra l’organizzazione criminale e i politici lombardi. 18 anni di carcere invece per Pino Neri, uomo di peso negli assetti della ‘ndrangheta, definito come il «traghettatore» perché incaricato dai clan di portare l’organizzazione lombarda in una nuova fase. Infatti l’inchiesta mostrò come dalle richieste di pizzo ai tentativi di condizionare le scelte dei politici e degli appalti vi fossero almeno 16 strutture, chiamate in gergo dagli ‘ndranghetisti «locali», che già avevano penetrato il territorio della regione e si erano rese autonome dalle ‘ndrine calabresi.

Il 12 aprile arriva il primo incendio, al Centro di recupero rifiuti di Sannazzaro, sulla provinciale 193 tra Sannazzaro e Ferrera. L’incendio e subito declassato a fenomeno di autocombustione. Ma ecco il secondo, al magazzino edile della Redil Store nella zona industriale di Zeccone andato a fuoco inspiegabilmente il 15 aprile. Il terzo è a Pavia città. Il 22 aprile viene incendiato un bar in via Tavazzani . Due uomini (ripresi dalle telecamere interne) rompono il vetro della porta d’ingresso e gettano dentro il «Barbubar» di Luca Barbuto, candidato alle comunali per la lista di Fratelli d’Italia, un liquido infiammabile dandogli fuoco. 15 mila euro di danni. Marco Calandra assessore del Comune ed esponente di Fratelli d’Italia si dice «preoccupato che la campagna elettorale inizi così»

Il 23 aprile siamo in provincia, a Verrua Po. Esplode l’incendio in un capannone. Anche se questo potrebbe essere l’unico degli eventi incendiari casuali (perché sembra essere stato prodotto da un corto circuito interno) si collega alla lunga scia. Il 24 aprile va infatti a fuoco un altro bar di Pavia, nel rione Maestà in via Gramsci, il «Barracuda». 10 mila euro di danni. Stessa dinamica del primo bar incendiato.

Il senatore di Pavia Luis Orellana, non crede al caso: «In così poco tempo mi sembra un numero troppo elevato per far pensare alla coincidenza. Spero solo non sia una cambio di passo nelle strategie della criminalità organizzata a Pavia», ci dice preoccupato.
Dello stesso avviso il consigliere comunale Walter Veltri: «Mi sembra difficile pensare a semplici fatti di vandalismo. I vandali non sono così meticolosi. Abbiamo anche in passato denunciato quanta ‘ndrangheta c’è in questa zona ma nell’indifferenza della politica». Lui stesso è stato vittima di un attentato di stampo mafioso nel 2012, con l’incendio dell’automobile, stessa fine per il magazzino dell’editore Giovanni Giovannetti. Intimidazioni di simile matrice per l’avvocato Franco Maurici e il professor Paolo Ferloni.

Emblematica l’esperienza dell’ex parlamentare e studioso di mafie Elio Veltri, fratello di Walter: «Quando nel 2007 ho parlato della ‘ndrangheta a Pavia ho avuto delle reazioni isteriche se non brutali dei politici locali, di sinistra come di destra. Negare sempre, anche l’evidenza. Poi molti di loro sono stati arrestati. Ma il fenomeno non si ferma: c’è ancora troppa indifferenza istituzionale»

 

 

Pubblicato su Libero Quotidiano nazionale il 27 Aprile 2014

L’immagine utilizzata nell’articolo è apparsa sul sito http://notizieoggi.blogspot.it

 

 

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