Non è una novità che l’Italia non abbia idee su campo economico in grado di cambiare il quadro del Paese. La sorpresa è il rapporto mensile della Banca centrale tedesca Bundesbank che parla di incertezze e stagnazioni anche in Germania, nei settori della manifattura e dell’edilizia. Sull’industria tedesca peserebbero questi due settori strategici ma in frenata.
La crisi sarebbe l’effetto negativo prodotto da fattori geopolitici come la guerra in Ucraina e l’instabilità nei rapporti con la Russia. Il dato si riflette nella previsione del Prodotto interno lordo che nel secondo trimestre resterà invariato rispetto ai primi tre mesi dell’anno (+0,8%). Per la Bundesbank la crescita «ha perso notevolmente slancio» e il settore edile ha rallentato rispetto al buon andamento dei mesi invernali.
Il dato ha mandato in agitazione le borse di tutta Europa. Ma se la Germania è a rischio stagnazione gli altri paesi, compreso l’Italia, se la passano anche peggio. Nel Belpaese non sembra si possa andare oltre un timido dato positivo del Prodotto interno lordo. Solo nel Regno Unito il Pil sta tornando a crescere ai livelli pre-crisi.
L’ufficio nazionale di statistica venerdì fornirà i dati, le stime parlano di un balzo dello 0,8% nel secondo trimestre, ossia lo stesso aumento già segnato in occasione del primo trimestre. A dimostrazione che in Italia non si ha idea di che pesci pigliare e che senza uno shock economico non cambierà nulla. Nonostante gli annunci del premier Renzi e le riforme degli assetti parlamentari che nessun effetto hanno sull’economia
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