La crisi italiana non si ferma con la faciloneria. 6 agosto 2014: Italia in recessione tecnica: Pil a -0,2%. Dato peggiore da 14 anni. (Clicca sulla cartina del G7 che sovrappone l’andamento del Pil ai vari governi italiani e stranieri –considerando il picco della recessione mondiale 2007-2009) Smentendo ogni ipotesi del governo italiano, arriva un ulteriore calo del PIL trimestrale. Un terribile colpo per ogni prospettiva di sviluppo e ripresa, ed un’ulteriore futura stangata sugli italiani, che già pagano più tasse di ogni altro paese Ocse. Il premier Renzi scrive una lettera alla maggioranza e invita a non fermarsi. Ora chiede altri 1000 giorni per invertire la tendenza e creare un’Italia competitiva, per diventare guida economica dell’Europa.
Prima c’era un riforma al mese. E si è visto quali grandi riforme sono state (fino ad ora almeno, scappa da ridere). Adesso ci vorrebbero quasi tre anni per invertire la rotta. Forse la situazione chiederebbe altri tipi di interventi sull’economia e un po’ meno faciloneria nell’approccio. Dopo Monti-lacrime-e-sangue che garantisce i nostri creditori e l’invisibile Letta adesso questo spettacolo.
Di fatto l’Italia non è mai uscita dalla recessione. E l’economia che dovrebbe essere una priorità di qualsiasi governo, in questa fase, è diventata secondaria. Pazzesco!
La luna di miele di Renzi sta per finire.
Non c’è di meglio in questo Paese?
Parte della foto e lo spunto iniziale sono degli analisti di Approfondendo.it. ma il resto è nostro
ERIK BABINI
Il caro Premier sa sicuramente che, nei fatti, grazie al cambio rigidissimo (mai nella storia si è registrata una rigidità del cambio tale, nemmeno durante il gold standard sostanzialmente fino alla prima guerra mondiale, e neppure nel regime monetario stabilito a Bretton Woods fino al ’71) che impedisce alla Germania di rivalutare, l’ Italia, è stata, fino ad ora, la locomotiva della Germania, in quanto la nostra produzione interna è stata sostituita con l’ adozione dell’ € dalle importazioni dell’ industria tedesca che infatti registra uno spropositato surplus commerciale nei confronti di tutto il sud europa (VIOLANDO I TRATTATI PER L’ ENNESIMA VOLTA DOPO LE RIFORME HARTZ DEL MERCATO DEL LAVORO NEL 2003).
IL PROBLEMA DEI PIGS NON ERA INFATTI DI DEBITO PUBBLICO BENSI’ DI DEBITO PRIVATO ESTERO. Se notate la perfomance del Regno Unito sappiate che la sterlina in quel periodo ha svalutato di un circa 20%-30%, come è ovvio che sia. Tutte le fonti le trovate QUI.
Grazie Antonio, SO CHE E’ DURA essere giornalista indipendente (forse imposssibile!), ma il paese ha solo bisogno di un informazione corretta, non filtrata dai FRAME della totalità della stampa italiana. LA VERITA’ HA MERCATO
ERIK BABINI
Tagli sbagliati se c’è la crisi
0 Posted by Alberto_Bagnai – 4 agosto 2014 – Media
L’allarme di Confcommercio sulla pressione fiscale merita un commento. Certo, in Italia la pressione fiscale è elevata, e lo è anche perché ci sono molti evasori, che commettono reato e vanno perseguiti. Detta questa cosa, sacrosanta ma ovvia, evitiamo due errori ideologici. Il primo consiste nel credere che la nostra sia una crisi di debito pubblico, causata dagli evasori, che non pagando le tasse avrebbero fatto lievitare il debito. Le cose non stanno così: i dati mostrano che prima della crisi il debito italiano diminuiva costantemente (-10 punti di Pil dal 1999 al 2007), eppure l’evasione c’era! Il vicepresidente della Bce ha ricordato nel maggio scorso che la crisi è stata causata dall’imprudenza delle banche private, che ora devono essere salvate coi soldi dei contribuenti. La crociata contro il barista che non fa lo scontrino è una delle tante armi di distrazione di massa che i governi stanno usando per nascondere le cause della crisi (un’altra è la “riforma” del Senato). Il secondo errore consiste nell’affermare che i problemi si risolverebbero tagliando la spesa per tagliare le tasse. Intanto, la spesa pubblica italiana in proporzione al Pil storicamente è in media con quella europea: gli sprechi vanno combattuti, ma non c’è alcuna evidenza seria di spesa “eccessiva”. Poi, la spesa pubblica si rivolge comunque all’acquisto di beni privati, quindi è reddito privato. Qualsiasi manuale di economia spiega che in recessione i tagli, pur se accompagnati da diminuzioni di tasse, sono nefasti, perché riducono il denaro in circolazione. Insomma, chiedendo di tagliare la spesa pubblica, il dott. Sangalli chiede anche di ridurre gli incassi dei commercianti. Gli auguriamo di fare sul tema una riflessione più approfondita, prima che la facciano i suoi associati.
Alberto Bagnai
Il Tempo, 30 luglio 2014