di Antonio Amorosi a pag. 14 de La Verità del 13 luglio 2017
(foto: Il cazzaro è già stato ad Amatrice, adesso con la pista ciclabile potrà arrivare nelle Marche…)
Dei 17,5 milioni di euro in sms che gli italiani hanno inviato per aiutare i terremotati delle Marche, la Regione ha deciso di spenderne 5,5 milioni per una pista ciclabile. Avete letto bene: una pista ciclabile. Paesi rasi al suolo, migliaia di terremotati senza casa, imprese chiuse, macerie non rimosse, allevatori senza stalle per gli animali, tutto fermo e noi facciamo la pista ciclabile!? In Regione hanno pensato di investire sul turismo. Forse sarà pronto il tour: «Visita in bici le macerie del centro Italia, grandi emozioni e riscoperta dell’umanità in te guardando le sofferenze altrui». Vi piace come tour?
Il progetto piste ciclabili si chiama Mare Monti e parte dall’Abbadia di Fiastra, una riserva naturale maceratese, per arrivare a Sarnano nella stessa provincia. E’ emerso nella riunione degli Uffici ricostruzione di Macerata tenutasi l’11 luglio scorso. E i 5,5 milioni sono solo il primo stralcio. Verrà presto individuata un’ulteriore somma da destinare al progetto. La Regione ha presentato Mare Monti con anche altri interventi davanti ad una platea di sindaci e di tecnici. Non tutti i sindaci della provincia si sono detti d’accordo ma il piano è passato a maggioranza. Ora la Regione Marche proporrà la brillante idea ad una commissione di saggi istituita a livello nazionale per vigilare sul corretto funzionamento dei fondi. Una pura formalità. Il passaggio del progetto è previsto a breve.
Chi scrive ha visto con i suoi occhi i luoghi del terremoto un mese fa e non serve un analista per capire che il post terremoto è peggio del terremoto scatenatosi nel centro Italia a metà 2016. Se alla fin fine si vuole investire sul turismo in zona non occorrerebbe prima liberare le strade dalle macerie? E non trovare una zona relativamente intonsa e farci una ciclabile.
Solo per parlare delle Marche e dei centri più colpiti, perché il sisma ha distrutto anche ampie zone di Umbria e Lazio, le vie di accesso ai Comuni sono spesso bloccate o dissestate, molte volte sorvegliate da militari. Il centro storico di Camerino è spettrale, così come Visso, Castelsantangelo sul Nera, Ussita, tutti nel maceratese. Pescara del Tronto nell’ascolano è un cumulo di macerie aggrovigliate a ridosso delle montagne. Le macerie sono ancora lì. Le strade sono diventate un’accozzaglia di calcinacci e detriti impastati anche per la pioggia e neve caduti nel tempo. Uno stato di abbandono senza speranza, con tanti politici, Renzi e Gentiloni in primis, a farsi la foto nei luoghi del terremoto e poca sostanza.
Le macerie rimosse al momento, solo nelle Marche, sono 77000 tonnellate su un totale che supera di molto il milione stimato. In regione ci sono ancora circa 4368 cittadini ospitati negli alberghi, ovviamente a spese dello Stato che non riesce a trovare altre soluzioni. Certo oltre la pista ciclabile la Regione ha previsto interventi per strade e scuole ma ha ancora di recente ordinato le casette provvisorie per gli sfollati che non si son viste se non in numero risibile. E l’assegnazione per chi ha avuto la casa distrutta si fa con i bussolotti come nelle estrazioni del lotto. Chi viene estratto prende le poche case disponibili, se perdi non ricevi niente. Grida, lacrime e tensione il 6 giugno scorso quando fra i terremotati di Pescara del Tronto si doveva decidere a chi assegnare le prime 26 casette. Ogni volta lo spettacolo si ripete. Chissà se nel tour con le biciclette è prevista anche una tappa per assistere allo spettacolo dell’estrazione. Lo ha detto esplicitamente anche il super commissario Vasco Errani: «Occorre accelerare per superare definitivamente la fase dell’emergenza… non riusciamo ad andare avanti su alcune cose: macerie, stalle, casette». Praticamente tutto. Non si sa quale sia il problema. Di certo non l’orientamento politico. Tra presidenti di Regione, super commissario e sindaci sono per il 99 per cento tutti del Pd o ex Pd, dopo la scissione dei bersaniani-d’alemiani. A distanza di un anno siamo ancora nella fase dell’emergenza. «Che razza di persone eleggiamo?», reagisce Giacomo Rossi coordinatore delle liste civiche delle Marche. «La gente non ha più niente, le case sono distrutte come le strade. Viviamo tra cumuli di macerie e questi fanno le piste ciclabili?», dice.
La consigliera comunale di Pesaro Roberta Crescentini passa all’azione: «Facciamoci un bel giro in bicicletta tra i ruderi, le tombe e le attività morte. Poi una marcia davanti alla sede della Regione, amministrata da chi spaccia per successo le opere di urbanizzazione per casette provvisorie e paga il 70 per cento di premi ai dirigenti legati alla ricostruzione del terremoto».
aggiornamento delle ore 18:00
Dopo l’articolo che avete appena letto il governatore della Regione Marche, Luca Ceriscioli, ha deciso di cambiare destinazione dei 5,5 milioni di euro donati con gli sms: «Li destineremo per le scuole e per sistemare il municipio di Arquata del Tronto. Questo per evitare ogni polemica o dubbio». Per la ciclabile useranno i fondi europei. Vedi foto sotto
La reazione del governatore chiarisce già di per sé il quadro. Anche se il denaro dei fondi europei si potrebbe usare per qualcosa di più importante, vista la disastrosa condizione in cui vivono gli abitanti. Immagino anche che le persone abbiano mandato gli euro per donare dei soldi al municipio! Per ricostruire il municipio. Proprio così!
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